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Riscoprire l'identità smarrita

Riscoprire l'identità smarrita

Trasmissione di valori, eredità e confronto: di padri e figli, tema antico quanto l’uomo stesso, ma sempre nuovo, parla la VII edizione di Taobuk Festival - del quale si è svolta, in un affollatissimo Teatro antico, la cerimonia inaugurale - declinandolo attraverso la letteratura, il cinema, la musica, il teatro. Anima, cuore e mente di questo festival è Antonella Ferrara, conduttrice della serata insieme ad Alessio Zucchini, giornalista del TG1.
«Un pessimo figlio e un ottimo padre» ha detto di sé il regista calabrese Gianni Amelio, che ha ricevuto il premio Awards per il film “La tenerezza” e ha rivolto alla madre un ricordo fulgido. E di padri giganteschi della letteratura, come Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo, ha parlato e letto brani tratti dalle loro opere Luigi Lo Cascio che ha ricevuto il Premio “Una vita per l’Arte”, insie me a Christian De Sica, figlio di un grande padre, premiato per la sua interpretazione drammatica in Fräulein e che ha ricordato il fascino e la grandezza del suo geniale papà Vittorio.
Ha parlato della complessità del concetto di eredità e della fatica che popoli come gli israeliani o come gli italiani fanno per confrontarsi con i millenni della loro storia lo scrittore Abraham Yehoshua (affiancato dall'interprete Paolo Noseda), che ha confessato di aver iniziato a sei anni a volere scrivere grazie al nostro De Amicis. Poi, alla domanda sui problemi di un territorio di conflitti come il suo, ha detto che bisogna ricreare la nozione di territorio: «È necessario avere dei confini, però i confini devono avere delle porte per permettere agli altri, ma con responsabilità, di entrare e di uscire».
E poi: «Per aprire il passato bisogna avere una chiave e la chiave del passato la Sicilia ce l’ha già, solo che ritrovi l’identità del Mediterraneo» ha aggiunto Yehoshua, che è stato premiato da Mario Peserico, amministratore delegato della Eberhard. È stato poi il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, a premiare il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, per il suo impegno che coniuga quotidianamente azione civile e scrittura; e quindi il direttore editoriale della Gazzetta del Sud, Lino Morgante, ha premiato Domenico Starnone, che ha indagato, con la potenza della narratività, il delicatissimo rapporto padre figlio, maestro/alunno. «La famiglia va rifondata, le figure dei genitori vanno ripensate, forse un buon genitore come un buon insegnante dovrebbe ripensare continuamente di essere stato figlio o alunno» ha detto lo scrittore napoletano nell’intervista di Zecchini e Ferrara. Durante la serata il soprano Daniela Schillaci ha eseguito l’aria “Casta diva” dalla “Norma” di Vincenzo Bellini, il soprano Laura Giordano ha cantato “O mio babbino caro” di Giacomo Puccini, e l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, diretta dal Maestro Domenico Sanfilippo, ha eseguito la Carmen di Bizet la “Danza Ungherese” di Brahms A concludere la cerimonia l’artista israeliana Noa, una grande cantante coraggiosa come l’ha chiamata Yehoshua: una performance strepitosa, in cui la bellissima artista, vestita di un bianco abbagliante, ha cantato con grande emozione brani in inglese e in ebraico e che si è conclusa con alcuni brani in italiano, "Era de maggio" e una scatenata "Tammuriata nera" che ha coinvolto tutto il pubblico. 

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