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Francesca Mazzoleni: racconto le emozioni dei "millennials"

Francesca Mazzoleni: racconto le emozioni dei "millennials"

E’ nelle sale dal 5 aprile scorso “Succede”, opera prima di Francesca Mazzoleni, classe 1989, regista catanese di nascita e romana d’adozione, diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia e autrice di una serie di corti e documentari. Prodotto da Warner Bros. Italia con Indigo e Roman Citizen, il film propone uno spaccato della generazione dei nativi digitali, attraverso le vicende di un gruppo di adolescenti milanesi che condividono gioie, dolori ed esperienze tipiche dell’età.

Protagonista della storia Margherita, detta Meg (Margherita Morchio), diciassettenne timida e maldestra, figlia di due genitori tra loro agli antipodi - l’ambientalista Luca (Giampiero Judica) e la severa Ginevra (Francesca Inaudi) - la cui vicenda si intreccia con quelle dei suoi amici: l’estrosa Olimpia (Matilde Passera), l’introverso Tom (Matteo Oscar Giuggioli) e Samuele (Brando Pacitto). Racconto di formazione accolto come un teen movie all’italiana, che sta riscuotendo consensi di pubblico e critica, “Succede” è tratto dal romanzo omonimo della youtuber Sofia Viscardi. Un successo editoriale da 120.000 copie che la Mazzoleni ha adattato per il cinema con Pietro Seghetti e Paola Mammini. Abbiamo raggiunto la regista per saperne di più.

Come è nato il tuo coinvolgimento nella realizzazione del film?

“La produzione stava cercando una regista giovane ed esordiente, che potesse dare uno sguardo personale al film. Sono stata contatta dopo aver frequentato il Centro Sperimentale e realizzato alcuni corti che hanno girato in tanti festival. Da lavori più piccoli che qualcuno ha trovato interessanti, mi è stata offerta l’opportunità di esordire nel lungometraggio. E da qui è iniziato il lavoro per mettere su il film”.

“Succede” vede protagonisti i giovani della “Generazione Google”, nati dopo il 1990, ritratti nel libro di una loro coetanea. Il film cosa racconta in particolare dei cosiddetti millennials?

“L’obiettivo principale era quello di raccontare questi ragazzi dal punto di vista della loro emotività, senza alcun tipo di giudizio o sovrastruttura alle spalle. Lavorando con loro ho cercato di mettere in primo piano i sentimenti rispetto all’uso della tecnologia, elemento comunque presente nel film e parte degli stessi snodi narrativi. Infatti tramite lo smartphone avvengono rotture di amicizie e liti, si formano amori e distacchi. Ma ci tenevo a non dare un giudizio particolare su questo aspetto, perché l’elemento portante del film è il sentire emozionale e altre tranche de vie che accomunano tutte le generazioni. Infatti ho notato, dall’uscita nelle sale, che “Succede” riesce a parlare a varie fasce di età, perché tratta temi universali e la differenza tra giovani e adulti nell’approccio alle nuove tecnologie non preclude la possibilità di un’identificazione”.

Quale lavoro di adattamento avete fatto tu e i co-sceneggiatori per portare sullo schermo le parole della Viscardi senza snaturarle?

“Abbiamo arricchito il testo col linguaggio del cinema senza tradirlo, perché è il diario di una ragazza di diciassette anni: un’estemporanea di sensazioni continue. C’erano quindi una bella spontaneità e un punto di vista totalmente legato a un’adolescente; elementi su cui è stato fatto un lavoro di trasposizione più oggettiva. Siamo rimasti sempre ancorati a Meg, mantenendo i genitori sullo sfondo, per realizzare un film in cui i ragazzi si raccontassero totalmente, e aggiungendo solo elementi visivamente stimolanti, come il planetario e il lago, assenti nel libro. Tutti i luoghi topici del film sono nati dall’idea di creare un mondo magico intorno al testo, dal momento che la magia del cinema ha un’altra sostanza rispetto a quella della letteratura. Una volta trovati gli attori, io e Pietro abbiamo riscritto i dialoghi con loro, improvvisando e ragionando insieme, perché tutto non apparisse scritto da noi e poco sentito dai ragazzi, con i quali c’è stata una collaborazione importante per trasmettere la genuinità del film”.

In base a questa esperienza professionale, quali sono i sogni e le speranze di questa generazione di ragazzi e cosa li differenzia ad esempio da quella immediatamente precedente?

“Uno dei gap più grandi tra loro e noi è sicuramente la rivoluzione della tecnologia, che ha cambiato l’interazione tra le persone. Nonostante la possibile negatività del mezzo è una generazione con una grande positività dentro; ed è questo che ho inteso raccontare. Più sono stata a contatto con loro, più ho visto che i livelli di sogni e la voglia di condividere sono molto più alti rispetto a noi degli anni Ottanta. La condivisione è qualcosa di molto bello se usata bene”.

Nella giornata di ieri, la regista ha incontrato gli studenti degli istituti veneti aderenti al Giffoni Movie Days, presso il Cinema Teatro Don Bosco di San Donà di Piave. Assieme a lei Sofia Viscardi e i protagonisti del film Margherita Morchio e Matteo Oscar Giuggioli. 

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