Trent’anni fa usciva nelle sale “Nuovo Cinema Paradiso”, il capolavoro di Giuseppe Tornatore che vinse il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes ’89 e l’Oscar al miglior film straniero nel 1990, consacrando il regista bagherese all’Olimpo del cinema italiano e internazionale. Per celebrare questo importante anniversario “Voci d’O – Premio Senti chi parla”, evento d’apertura del nono Festival delle Storie ad Alvito (Frosinone), consegnerà la sera del 28 agosto il Premio Alberto Sordi ad Agnese Nano, che nel film interpretò il ruolo di Elena, grande amore di Salvatore (Marco Leonardi). Nel corso della giornata l’attrice romana incontrerà pubblico e stampa, per svelare aneddoti e curiosità sulla lavorazione della memorabile pellicola. L’abbiamo raggiunta per un’intervista.
Partiamo dalla scelta di Tornatore per il ruolo di Elena…
“Arrivò questa sceneggiatura bellissima che il mio manager dell’epoca mi invitò a leggere. Quello con Giuseppe fu un incontro che si svolse in varie fasi. La prima volta andai negli uffici della Cristaldifilm, ove erano presenti lui, lo stesso Cristaldi, il mio agente e Valeria Ciangottini, che avrebbe dovuto interpretare Elena da adulta. Volevano vedere se c’era qualche somiglianza tra lei e le altre candidate e quindi il provino fu molto silenzioso. Dopo un po’ di tempo venni convocata a Cinecittà assieme ad altre coppie di giovani attori, con parte della scenografia montata. Il provino si svolse su due scene del film, tra cui quella del confessionale. Con me fecero coppia Marco Leonardi e un altro attore”.
Che tipo di lavoro faceva sul set il regista con gli attori?
“Meraviglioso, un grande comandante di nave, capace di dirigere con estrema delicatezza. Era così reale e poetico tutto il mondo creato intorno all’attore che era facilissimo lavorare con lui, come avviene solo coi grandi registi. Sapeva cosa voleva e non si fermava finché non lo aveva ottenuto. Con Giuseppe i rifacimenti erano molti e lui esigeva il meglio da tutti, sia dall’attore giovane che dal veterano. Un giorno fece ripetere una scena a Noiret, che si arrabbiò perché si chiedeva cosa non fosse andato bene nel pezzo appena girato”.
E il rapporto con Marco Leonardi, che nel film interpretava Salvatore da adolescente?
“Eravamo molto compagni sul set. Marco sarebbe diventato maggiorenne pochi mesi dopo, io invece avevo già 21 anni, una differenza che a quell’età ha un peso, ma nonostante ciò abbiamo vissuto una bellissima complicità di gioco. Successivamente lui ha lavorato in America e non ci siamo più rivisti fino al venticinquesimo anniversario di “Nuovo Cinema Paradiso”. Ci incontrammo nuovamente a un provino per cui eravamo stati entrambi convocati una decina d’anni fa, quando era tornato dagli Stati Uniti. Sono uscita dalla sala e me lo sono trovato di fronte. A quel punto gli dissi che avrebbero potuto farcelo sostenere assieme”.
Nel film si raccontano un modo di fruire il cinema e una Sicilia che non esistono più, ma l’amore tra Elena e Salvatore è sicuramente una delle parti più amate della storia. Perché?
“Il racconto della loro storia fa parte del discorso di Tornatore su Salvatore e sul grande amore per il cinema che lo allontana da una vita affettiva piena. All’inizio del film vediamo quest’uomo realizzato, ma con un grande vuoto affettivo. Intraprende così un viaggio nel passato che lo porterà a comprenderne l’origine: il personaggio di Philippe Noiret ha toccato questo amore che non era impossibile per differenze di classe sociale, ma perchè questa figura di padre putativo ne aveva modificato il percorso. L’amore tra Elena e Salvatore ci racconta la bellezza imprevedibile del caso e della vita. Quello che mi ha stupito per molti anni è stato quanto questa storia abbia colpito a tutte le latitudini e culture, dall’Asia al Giappone. Ho ricevuto e continuo a ricevere lettere di persone innamorate del mio personaggio, che rappresenta una parte della crescita affettiva di ognuno di noi: la prima fidanzata, l’amore platonico, tormentato e irrealizzabile”.
Avete girato nei set naturali di una Sicilia che ancora racconta l’epoca in cui il film è stato ambientato. Cosa ricordi di questi splendidi posti della nostra Terra?
“Adoro la Sicilia e il lavoro mi ha portato qui per tanti anni. Ci sono tornata anche l’inverno scorso facendo tappa a Modica col teatro. Durante la lavorazione del fim abbiamo girato per mesi a Palazzo Adriano e lì ho conosciuto bene i siciliani, che prima ti studiano e poi, conoscendoti, ti amano profondamente. Nel corso della mia permanenza non sono mai riuscita a pagarmi un caffè al bar. Ho ricevuto un’accoglienza incredibile“.
VOCI D’O – PREMIO SENTI CHI PARLA
Evento d’apertura della kermesse letteraria Festival delle Storie, giunta alla nona edizione, il “Voci d’O – Premio Senti chi parla” prende il nome dal neonato mensile per cacciatori di futuro “O Magazine”, sponsor della manifestazione, e dall’omonimo libro sul doppiaggio, scritto nel 2017 dai giornalisti Massimo Veronese e Simonetta Caminiti. Nel corso della serata, che si terrà presso l’ex Convento di San Nicola (ore 21:00), oltre al Premio Alberto Sordi ad Agnese Nano, saranno assegnati una serie di riconoscimenti ad alcuni dei più importanti doppiatori italiani: Ada Maria Serra Zanetti (Faye Dunaway in “Quinto potere”, Sigourney Weaver in “Alien”), Eleonora De Angelis (voce italiana di Jennifer Aniston nella serie “Friends” e al cinema), Letizia Ciampa (Emma Watson-Hermione Granger in “Harry Potter” ed Emilia Clarke-Daenerys Targaryen ne “Il Trono di Spade”) e Teo Bellia (Michael J. Fox in “Ritorno al futuro”, Nicolas Cage in “Stregata dalla luna”). Premiato anche Alessandro Quarta, voce di Zach Braff in “Scrubs – Medici ai primi ferri” e Michael Weatherly-Tony Dinozzo in “NCIS – Unità Anticrimine”, oltre che attuale doppiatore di Topolino, il mitico personaggio Disney di cui quest’anno si celebrano i novant’anni. Nella terra natia di maestri del cinema italiano come De Sica, Mastroianni, Lollobrigida e Manfredi, la serata celebrerà un’altra grande cociara, Tina Lattanzi, indimenticabile voce di dive come Rita Hayworth, Marlene Dietrich a Greta Garbo, per la quale inventò il celebre birignao apprezzato dalla stessa attrice.