«Sono contenta perché il premio per il romanzo storico ha per me un significato particolare, e specialmente nel nome di Alessandro Manzoni, il padre di ogni romanzo storico d’oggi»: a parlare è la scrittrice di Caltagirone Maria Attanasio, che con “La ragazza di Marsiglia” (Sellerio) si è aggiudicata sabato la quattordicesima edizione del Premio Manzoni-Città di Lecco al romanzo storico. Il romanzo di Maria Attanasio – documentata e appassionata ricostruzione della figura di Rosalia Montmasson, unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille e prima moglie di Francesco Crispi – si è imposto con 40 voti su “Le assaggiatrici” della calabrese Rosella Postorino (Feltrinelli), già vincitore del Premio Campiello, con 36 voti, e su “L’ultima patria” di Matteo Righetto (Mondadori), con 24 voti. Un riconoscimento speciale, intitolato “Storie di lago”, è stato consegnato dalla giuria tecnica allo scrittore Mattia Conti, autore del romanzo “Di sangue e di ghiaccio” (Solferino). È molto soddisfatta Maria Attanasio, poetessa e romanziera, che già aveva sperimentato la forma del romanzo storico con il bellissimo “Il falsario di Caltagirone” (Sellerio, 2007), dedicato al pittore siciliano Paolo Ciulla, artista e difensore degli oppressi, che tra il 1920 e il 1922 stampò un gran numero di banconote false solo per aiutare i poveri. Per l’autrice il romanzo storico è stato una lunga conquista: «Sono una ex ragazza degli anni 60. Allora non comprendevamo Manzoni: volevamo essere nel mondo in un modo diverso. Sotto il banco avevamo “Lady Chatterley”... Il romanzo storico l’ho scoperto dopo, come dopo ho scoperto Manzoni, quando ho letto la “Storia della colonna infame”: la profonda passione morale che anima l’autore e l’attenzione alla storia delle vittime, degli ultimi, mi ha regalato uno sguardo diverso. E l’ho scoperto anche come struttura narrativa, e so di dovergli molto». Dopotutto, sorride Maria – che il 28 riceverà anche il Premio Basilicata ed è finalista al Città di Como – questo «è l’anno del romanzo storico: penso a Rosella Postorino, Helena Janeczeck, Lia Levi, Marco Balzano, tutti romanzi fortemente impegnati...». Ma perché questo interesse, cosa può darci oggi il romanzo storico? «Io credo che c’è un preciso bisogno di rilettura della storia che ci consegni delle chiavi per comprendere la realtà contemporanea. Vincenzo Consolo diceva che il romanzo storico è sempre metafora della storia contemporanea. È così. E ne abbiamo davvero bisogno». “La ragazza di Marsiglia” non solo ci regala – in uno stile rigoroso, limpido e potente – un ritratto fedele e felice d’una figura di grande fascino, del tutto dimenticata dalla storiografia, ma è un discorso di grande valore etico sulla libertà di pensiero e sul potere della letteratura di farsi strumento di verità, andando a recuperare «sui fondali d’un tempo concluso» la scintilla umana che accende tutte le storie, e la Storia.