Talenti, concorrenti, serpenti. Sta lì la questione: nell’assimilare in termini la categoria dei talenti a quella dei concorrenti (per di più) nel contesto di un meccanismo televisivo che prima o poi rimescola le carte, anche quelle in regola. Nel creare a priori un’aspettativa artistica (per lo più) campata su una promessa che poi non si può mantenere a tavolino e che però rimane in agguato nella memoria, pronta ad insidiare il calcagno a colpi di confronto coi precedenti, esibizione by esibizione. Perché i bravi compiacciono, ma alla lunga sono gli affascinanti che piacciono. E la serata di grazia o l’assegnazione geniale possono capitare, ma la sostenibilità non si può progettare se non a costo di artefare. Così già alla prima puntata si comincia a sentire il peso del già sentito, del se passi conta, ma se esci che importa. Così va il primo Live. Dall'XFactor Arena verso il Mediolanum Forum, a compartimenti stagni. I GIUDICI. Fedez con Fausto Cogliati, Mara Maionchi con Ioska Versari, Manuel Agnelli con Big Fish, Lodo Guenzi con Fabio Gargiulo. Se lo schema di eliminazione avesse riguardato pure loro (come di fatto la gara), l'esimio Guenzi forse sarebbe già tornato al suo Stato Sociale. Ma gli vanno concesse le attenuanti del debutto televisivo, dei tempi della diretta. Perché non è colpa sua se manca l’Asia, né se un’imperversante balbuzie romagnola gli allunga i tempi fino alla noia. La Maionchi sempre implacabile in insofferenza mista ad una certa lungimiranza. Con tutti in perfetto mood carota e bastone, cavalcato a suon di «mi è piaciuto, ma...», «attitudine» è stata la parola più «cliccata» da Agnelli. La stessa che è mancata a Fedez, lo sconfitto della serata. LA PRIMA MANCHE. Avanti con Renza Castelli (“Raggamuffin”, Selah Sue), Marco Anastasio ("C'è Tempo", Ivano Fossati), Seveso Casino Palace (“Giovane Fuoriclasse”, Capo Plaza), Luna Melis (“E.T.”, Katy Perry ft Kayne West), Leo Gassman ("Broken Strings", James Morrison), Red Bruce Foundation (“New Rules” Dua Lipa). La chitarra come croce e delizia; la riscrittura ardita che «non dovete capire, ascoltate e basta»; "cinque pazzi" alla ricerca del sound perduto; la rapper debuttante col metronomo in gola; la «faccia da bravo ragazzo che non passa mai di moda». Mentre il «sudore e l’instabilità» tempestati di «cliché del genere» dei Red Bruce Foundation gli procuravano lo svenimento nel limbo delle attese. LA SECONDA MANCHE. BowLand ("Sweet Dreams", Eurythmics), un territorio immaginario e un suono elastico di strumenti antichi che ammortizza la frustrazione di sentire tutta un’altra melodia. Martina Attili (“Castle in the Snow”, Kadebostany), «tra Alice nel paese delle meraviglie e la bambola assassina», come un’aliena pronta a colonizzare il pezzo e il tutto intorno. Naomi (“Love on Top”, Beyoncè), improbabile eppure credibile, almeno nel mostrare virtù farcite di tecnica e modulazioni. Emanuele Bertelli ("Impossible", James Arthur), l’impatto è inevitabile ma la voce è una forza mutevole che a quell’età andrebbe formata prima che forzata. Sherol Dos Santos (“Can’t Feel my Face”, The Weekend), «nel campionato delle voci» concorre comunque per il podio, nonostante il disinnesco di una scelta che le ha tolto istinto. E Matteo Costanzo (“Power”, Kayne West) che, travestito da uno che non è, dovrà ritrovarsi per trovare i voti che non ha. IL BALLOTTAGGIO. Red Brics Foundation ("Sono un ragazzo di strada", I Corvi) e Matteo Costanzo ("La descrizione di un attimo", Tiromancino). Appunto. A proposito di già sentito, in tre (Agnelli, Maionchi e ovviamente Lodo Guenzi) salvano la prospettiva dei Red. GLI OSPITI. Fatti in casa. C’è Rita Ora, già ex giudice di X Factor Uk, con "Let You Love Me". E ci sono i Maneskin. Che se fosse solo una questione di concorrenti vincenti, sul palco del primo Live sarebbe salito Lorenzo Licitra vincitore in carica. Invece ha vinto il loro secondo posto travolgente, il singolo "Torna a Casa" primo in classifica (che ha anticipato "Il Ballo della Vita" pubblicato ieri) e il petto sempre nudo per non nascondere mai il cuore. LO SHOW. 800 metri quadri calpestabili, 20 chilometri di cavi, 16 camere HD, 4 pedane motorizzate da 8 metri ciascuna e una distanza siderale tra un palco e l'altro. Sky si conferma colossale, anche nelle mani del nuovo direttore creativo Simone Ferrari. Ma la novità è che in questa edizione i concorrenti potranno usare i propri social: un ulteriore inquinamento di linguaggi che nella legge del televoto potrebbe spostare inesorabilmente l’ago della bilancia.