Una produzione interamente siciliana, una commedia musicale per parlare, con molta ironia e uno sguardo disincantato, scevro da luoghi comuni, di due temi che difficilmente si vedono camminare assieme, omosessualità e mafia, con toni leggeri, sulle note di brani irresistibile e coinvolgenti. Si intitola “Lelè il mafioso.it” il musical made in Sicily che debutterà il prossimo 7 dicembre alle 21 al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. In scena attori e cantanti siciliani, con musiche originali composte dagli artisti Maria Fausta Rizzo, Claudio Palana, Giovanni Puliafito e Alessandro Boriani, la regia affidata al catanese Nicola Alberto Orofino, la sceneggiatura originale e i testi di Paolo Picciolo, che del progetto è l’animatore, e ha voluto fortemente realizzare un musical tutto siciliano, dalle canzoni, alle musiche sino agli interpreti. Sicilia, anno 2050: Lelè il figlio gay del capo dei capi, Don Vito, ha trasformato la mafia in un’organizzazione onesta ma sua eccellenza rivuole la sua vecchia “Cosa Nostra”. La rivoluzione fatta dal giovane consiste nel trasformare l’associazione criminale in un’organizzazione onesta che vende moda e prodotti siciliani in tutto il mondo, sotto il brand “mafia” e tramite il sito www.ilmafioso.it. E paga pure le tasse. Sua eccellenza però deve impedire che nel mondo prevalgano la bontà e l’onestà, ed ordina pertanto a Don Vito di ripristinare la “vecchia” Cosa Nostra. Per Don Vito, d’altronde, che nella vita ha scelto non solo di essere mafioso, ma anche di essere capo, rinunciare a fare del figlio maschio la propria appendice non è una cosa semplice. Nella mentalità criminale bisogna essere “veri uomini” per poter comandare. Un maschilismo patriarcale e ancestrale, che dimostra come gli stereotipi spesso si impongano cristallizzandosi in archetipi, diventando complicati da demolire. Nella commedia, tuttavia, prevalgono i valori della famiglia su quelli stabiliti dalla criminalità e si riescono a superare ostacoli ardui attraverso l’amore che si “piega” all’evoluzione delle identità nella moderna società. Le maschere pirandelliane della collettività rinunciano al loro ruolo sociale per diventare volti con la propria individualità. I protagonisti di questa avvincente, ironica e brillante commedia, volti già conosciuti al grande pubblico, sono il giovane Mirko Darar, che interpreta Lelè, un mafioso in tacchi a spillo, fattosi apprezzare per le sue doti comiche e per l’intensità dell’interpretazione a “Italia’s Got Talent”, poi scritturato, tra l’altro, per il “Saturday Night Live” di Claudio Bisio; Francesco Foti che interpreterà Don Vito, padre di Lelè, che ha partecipato a numerose fiction come “Squadra Antimafia” e “Un medico in famiglia”; Carmela Buffa Calleo che interpreta Nunzia, seconda mamma di Lelè e regina del web, ed è stata la protagonista ne “Il trittico di Antonello”; il messinese Luca Fiorino, che interpreta Ciccio, braccio destro di Don Vito; Tino Calabrò che sarà Turi; Cosimo Coltraro a vestire i panni di “Sua eccellenza”; Francesco Bernava sarà il maggiordomo e l’avv. Pennisi; Lucia Portale interpreterà Mary. La direzione musicale è di Francesco Pisano. A completare il cast artistico Carlotta Bolognese che firma le coreografie, le luci sono di Renzo Di Chio, i costumi di Rosy Bellomia, per un progetto di Horcynus production. In scena anche il coro Bianco Suono, diretto da Agnese Carruba, e i ballerini della Marvan Dance Group, assistente alla regia Gabriella Caltabiano, alla coreografia Giorgia Di Giovanni.