«In ogni caso stiamo parlando di stupidaggini, barzellette e siamo innocui saltimbanchi. Il pericolo è quando si emula il crimine». Nino Frassica prova a chiuderla con la sua abituale signorilità, ma dall’altra parte “Striscia la notizia”, il cosiddetto Tg satirico, continuando a gareggiare sui tempi delle battute, ha concluso con raffinatezza via Facebook: «Stai tranquillo, non ti mandiamo in onda nella rubrica “Figura di merda” perché ci sei troppo simpatico».
Tutto nasce quando “Striscia”, all’indomani della prima puntata di “Adrian” su Canale 5, attacca Celentano accusando il programma di plagio, per una battuta pronunciata da Frassica che, in veste di frate, deve decidere chi ammettere a bordo dell’arca di Noè. A una bella ragazza chiede: «Sai ballare? No. Sai recitare? No. Sai presentare? No. Allora sei perfetta per la televisione».
Niente di straordinario, lo stesso Frassica ha fatto di meglio. Ma, incredibilmente, Ficarra e Picone, che conducono per ora la “Striscia” di patron Antonio Ricci, accusano l’attore messinese di plagio. Perché la stessa battuta è stata pronunciata dal comico Pucci nel 2018, durante “Big Show” su Italia 1. La replica di Frassica sui social è immediata e inoppugnabile: «Tornando nel passato, nel 2011 ho fatto il programma radiofonico “Meno male che c’è Radio2” con Simone Cristicchi, dove già c’era questo sketch. Da un calcolo matematico forse il 2011 è più lontano del 2018. Non ho la calcolatrice, ma credo sia così. Come diceva Eduardo De Filippo sono solo canzonette». E aggiunge: «Quando uno copia su una persona si chiama plagio. Se uno copia su tutti si chiama ricerca. Quindi è meglio fare il ricercatore…».
“Striscia” sembra accettare l’errore, ma invece ricorda che la battuta in questione – una di quelle che attraversano tempo e persone, una delle più antiche del mondo dello spettacolo – è stata pronunciata nel 1982 da Raimondo Vianello. Per la verità, in modo diverso: «Vianello – replica Frassica sempre sui social – dice che se la ragazza non sa fare niente può fare certe cose (riferendosi ad altro), io dico che può fare la televisione (per sfottere la tv). Sono due cose diverse». Poi si toglie il sassolino: «Ma la cosa curiosa è che io nel video che ho mandato a “Striscia” dico una battuta (non andata in onda) e dopo 24 ore la usano loro». Da qui la replica scatologica di “Striscia” che si attribuisce il primato temporale di quest’ultima battuta, su plagio e ricerca. A pensar male, si potrebbe credere che “Striscia” non abbia perdonato Frassica per aver difeso a oltranza Flavio Insinna, quando il programma di Canale 5 sembrava averne distrutto la carriera trasmettendo un fuori onda riferito al gioco dei pacchi. In realtà, aveva ragione Ricci quando, nel giugno scorso, ha commentato la sentenza della Cassazione, che dopo anni scagionava “Striscia” dall’accusa di aver copiato il Gabibbo da un’università americana: «Il Gabibbo rappresenta il populismo, la pancia, non parla, rutta. Vuol significare che in Tv qualunque banale pupazzo, se bercia o arringa moraleggiando, può ottenere il massimo della credibilità e popolarità. Condannarlo per la voluta banalità delle sue forme, che lo rendono simile a decine e decine di altri pupazzi infantili dalla bocca larga, sarebbe stata una vera e propria assurdità». Bel concetto, ma vale anche per le battute.
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