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La mimosa per la prima volta fu deposta in memoria di Teresa Gullace

Non le importava dei soldati nazisti che le urlavano di stare indietro. Teresa voleva solo portare a suo marito, padre dei suoi cinque figli e di quello che portava in grembo, qualche parola di conforto e un po' di cibo. Lui, arrestato nel corso di un rastrellamento tedesco, si era affacciato dalle sbarre della caserma dell'81 di fanteria in viale Giulio Cesare a Roma dopo aver riconosciuto la voce della moglie. Ma tutto non era durato che una manciata di secondi. Un soldato nazista aveva sparato e ucciso Teresa Gullace. Era il 3 marzo del 1944, lei aveva 37 anni.

Ma la vicenda di Teresa Gullace - che era calabrese di Cittanova, trasferitasi a Roma da ragazza, e da nubile si chiamava Talotta - è legata anche al fiore simbolo della festa della donna, la mimosa, come non si è stancato mai di ricordare suo figlio, Mario Gullace. Il corpo di Teresa fu portato via, ma dopo poche ore molte donne portarono sul luogo dove Teresa era stata uccisa mazzi di mimose, «un fiore popolare e che costava poco - spiegava Mario Gullace - un fiore che cresceva proprio in quel periodo. Da allora le donne in Italia hanno usato la mimosa per festeggiare l'8 Marzo».

La figura di Teresa, insignita della Medaglia d'oro al merito civile nel 1977 dall'allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, ha ispirato il celebre film di Rossellini “Roma Città Aperta” del 1945, dove la Sora Pina (alias Teresa), interpretata da Anna Magnani, viene uccisa, nella scena più famosa del film, mentre insegue il camion su cui viene portato via il marito.

Nel 1946 l'Unione Donne Italiane (Udi) scelse anche in Italia la mimosa come fiore-simbolo di quella Festa (che per la prima volta era stata celebrata su iniziativa del Partito socialista americano nel febbraio del 1909: solo nel 1921 la Seconda conferenza delle donne comuniste, a Mosca, approvò un'unica data per le celebrazioni, in ircordo della manifestazione delle donne di San Pietroburgo contro lo zarismo, l'8 marzo 1917): cresceva ai primi di marzo, era facile da trovare ed era popolare. Ma non si deve dimenticare quel precedente, di due anni prima: la mimosa era il fiore che ricoprì la pozza di sangue lasciata dall'assassinio di Teresa Gullace che divenne simbolo della resistenza romana e della protesta delle donne contro il regime fascista.

La donna (calabrese) che ispirò il personaggio di Pina in “Roma Città Aperta”

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