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Libri, c'è Messina stavolta nella dozzina dello Strega: tifo per Nadia Terranova

Nadia Terranova

«Sono contenta per Messina e che si parli della città, della sua storia e dei miti che l'attraversano. Sono contenta che attraverso questo romanzo molta gente possa avere voglia di fermarsi in una città tradizionalmente soltanto di passaggio e possa ammirarne le bellezze, sconosciute, ma che noi invece conosciamo bene».

Sono le parole, piene di emozione ma sempre ben orientate verso quella “stella polare” della sua narrativa (lo “Stretto polare”, potremmo dire), di Nadia Terranova, la giovane scrittrice che con il recentissimo “Addio fantasmi” (Einaudi) è approdata alla dodicina del Premio Strega 2019, annunciata ieri nella giornata conclusiva di “Libri Come”, la Festa del Libro e della Lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma.

Lo avevamo detto, lo ripetiamo: “Addio fantasmi” è un romanzo importante, e la sua partecipazione al più importante dei premi letterari italiani è solo una delle conferme. L'altra è l'entusiasmo dei lettori e della critica, che si è ampiamente e solidamente manifestato in questi mesi (il romanzo è uscito lo scorso 25 settembre) e continua a circondare il libro, che è il secondo romanzo della Terranova. Ma già il primo, “Gli anni al contrario” (Einaudi), aveva suscitato un grande interesse verso la prosa limpida e profonda della scrittrice, che si conferma una delle voci più particolari e mature della nostra narrativa (e di cui è in uscita per Bompiani, il prossimo 27 marzo, un delizioso libro, “Omero è stato qui”, illustrato da Vanna Vinci, che racconta miti e leggende dello Stretto e delle sue incantate sponde).

«Orgogliosamente messinese» si definisce Nadia, che attraverso i suoi romanzi rifonda - tra l'altro - un'immagine della città fuori da ogni stereotipo o semplificazione, e ridefinisce, per l'ennesima volta, il rapporto tra scrittore meridionale, e siciliano, che vive altrove e il suo luogo d'origine, rapporto letterariamente fondativo, in un “nostos” delle forme, delle suggestioni, delle idee che, come meridionali, apprezziamo moltissimo, e come amanti della buona letteratura ancora di più.

È la prima volta che una scrittrice messinese è nella dodicina dello Strega, ed è tanto più interessante che questo accada nell'anno, in qualche modo, dei “record”, e in cui è ben evidente lo sforzo di modificare la struttura del Premio dando sempre più importanza alle scelte della giuria: ben 57 segnalazioni iniziali (tra cui più titoli delle stesse case editrici, due di Einaudi e due de La nave di Teseo) e ben 7 autrici nella dodicina. È la prima volta che prevalgono le scrittrici e questo è, davvero - al netto di ogni polemica sterile sul “genere” della letteratura - un gran bel simbolo e auspicio.

Le scrittrici, oltre a Nadia Terranova, sono: Paola Cereda con “Quella metà di noi” (Perrone), Benedetta Cibrario con “Il rumore del mondo” (Mondadori), Claudia Durastanti con “La straniera” (La nave di Teseo), Marina Mander con “L'età straniera” (Marsilio), Elena Marangoni con “Lux” (Neri Pozza), Cristina Marconi con “Città irreale” (Ponte alle Grazie).

Compongono infine il resto della dodicina Valerio Aiolli con “Nero Ananas” (Voland), Mauro Covacich con “Di chi è questo cuore” (La Nave di Teseo), Pier Paolo Giannubilo con “Il risolutore” (Rizzoli), Marco Missiroli con “Fedeltà” (Einaudi), Antonio Scurati - che peraltro partecipa per la terza volta allo Strega - con “M. Il figlio del secolo” (Bompiani).

Un'edizione particolare anche per una serie di cambiamenti nel regolamento. La prossima tappa sarà la selezione della cinquina dei finalisti, che si terrà il 12 giugno al Tempio di Adriano-Camera di Commercio di Roma e non a Casa Bellonci, come è tradizione, perché è in ristrutturazione, come ha annunciato il direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi. Il vincitore sarà proclamato il 4 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, in diretta su Rai3.

È stata allargata anche la giuria: sono 660 gli aventi diritto al voto, compresi anche i voti collettivi dei gruppi di lettura tra cui figurano le Biblioteche di Roma.

«Dispiace che alcuni libri belli siano rimasti fuori dalla dozzina, ma è stato fatto un buon lavoro e sono contento che ai nastri di partenza ci siano i più importanti» ha dichiarato il presidente della Fondazione Bellonci, Giuseppe Solimine, così come è stata sottolineata, dalla presidente del Comitato direttivo della Fondazione, Melania Mazzucco, la prevalenza della «rilettura del romanzo storico in tante forme diverse e le biografie narrative», e l'assenza di noir o romanzi di genere, che pure sono tra i preferiti dai lettori.

Ora il Premio andrà in giro in tutta l'Italia, e i dodici autori incontreranno molti dei loro lettori. Inutile dire che a Messina si è formato una sorta di “fan club” che seguirà Nadia Terranova con affetto nelle prossime tappe. Con tutte le benedizioni che le creature dello Stretto conoscono da millenni.

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