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Premio Strega, trionfa il favorito Antonio Scurati: niente da fare per la messinese Terranova

La cinquina del Premio Strega 2019

Il favorito era, praticamente fin dall'inizio, lui, Antonio Scurati. Al suo terzo Premio Strega, dopo essere arrivato due volte secondo (nel 2009 per un solo voto e nel 2014 per cinque voti), ha dominato la cinquina dei finalisti ed ha concluso facendo incetta di voti, con 228 preferenze su 660 votanti. Si è conclusa così, ieri notte, al Ninfeo di Villa Giulia, l'edizione 2019 del più ambito premio letterario d'Italia. Una competizione leale ma durissima tra i cinque scrittori in lizza.

Il monumentale “M. il figlio del secolo” (Bompiani), primo libro di una trilogia che ricostruisce la vita di Mussolini, ha dominato la cinquina e un'edizione in cui, all'inizio, sembrava che il favorito fosse Marco Missiroli con il suo “Fedeltà” (Einaudi), arrivato invece solo terzo con 91 voti, preceduto, con 127 voti, da Benedetta Cibrario, autrice de “Il rumore del mondo” (Mondadori), che racconta il Risorgimento da un punto di vista molto particolare, attraverso la storia di formazione di una ragazza inglese che arriva in Piemonte.

Ma due importanti novità della cinquina quest'anno sono state la presenza di ben tre donne e, tra loro, soprattutto quella dell'outsider Nadia Terranova, la scrittrice messinese di “Addio fantasmi” (Einaudi), che ha avuto 47 voti, ma la cui presenza si è imposta per la forza della sua narrazione: una storia di elaborazione dell'assenza in una Messina mai raccontata così. Messina e lo Stretto che, con immagini mozzafiato, sono state parte della trasmissione, condotta ieri sera da Pino Strabioli in diretta. Terza donna Claudia Durastanti con “La straniera” (La Nave di Teseo), che ha ottenuto 63 voti.

«Lo Strega è un onore e un senso di responsabilità per quello che farai dopo» dice la Cibrario, già vincitrice del Campiello con “Rossovermiglio”.

«Sono zen. Al mio terzo Strega, sono vaccinato - ha detto Scurati, che ha appena compiuto 50 anni - . La prima idea di “M” mi è venuta 5 anni fa. È un libro che ha già generato e restituito moltissimo e questo mi dà serenità. Io non volevo concorrere a nessun premio ma alla fine mi ha persuaso l'idea che lo Strega avrebbe potuto fare di questo romanzo documentario il libro che entra nelle case di tutti quelli che leggono. Noi ci atteggiamo a cinici, guardiamo alle copie vendute, al successo ma nel profondo non lo siamo. Gli scrittori veri, sia che falliscano sia che riescano, quando scrivono lo fanno per la gloria».

Oltre 800 le pagine di “M” - di cui Wildside ha acquisito i diritti per farne una serie - in cui Scurati entra «nella focale corta di Mussolini nell'istante in cui diveniva ciò che sarebbe stato». «L'espediente che ho adottato per trovare il sentimento della storia è di raccontarla come una cronaca, al presente. Nulla è stato liberamente inventato. È un romanzo di invenzione non arbitraria dove ho deciso l'angolo visuale, il dettaglio. Un margine ristretto ma decisivo».

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