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«Gattopardo», il ciclone Pamela su Palermo

Pamela Villoresi

È arrivata con la forza della sua storia a porre fine all'impasse (e alle polemiche) sulla poltrona più alta del Teatro Biondo, dopo il siluramento di Roberto Alajmo, che insieme con Emma Dante aveva tirato lo Stabile di Palermo fuori da un polveroso cono d'ombra. In pochi giorni Pamela Villoresi si è guadagnata l'appellativo di ciclone. Una fucina di progetti, il sorriso sempre pronto, la forza di navigare nel mare della vita - e del difficile mondo della cultura siciliana - con la stessa gioia con cui pagaia ogni mattina nel mare di Mondello, da canoista provetta. Ancora più vasto il suo mare di ricordi, dagli esordi di Roberto Benigni - toscano come lei - al primo spettacolo con Giorgio Strehler che segnò il decollo della sua carriera.

È lei il volto di questo Gattopardo, il mensile edito da Gdsmedia in edicola da oggi con il Giornale di Sicilia e con la Gazzetta del Sud. Un numero pieno di volti al femminile. Quello di Ada Nisticò, traghettata sul set de Il Traditore di Bellocchio, e poi sul tappeto rosso di Cannes, non appena conclusa la scuola di cinema. Quello della regista Ottavia Casagrande, nipote del mitico Raimondo Lanza di Trabia (il nobiluomo che si dice ispirò Vecchio frack di Modugno) sulla cui morte lei ancora indaga. Quello di Lola Scarpitta, figlia e nipote di grandissimi artisti - il nonno era Salvatore Cartaino Scarpitta, lo scultore di Los Angeles per cui posò senza veli anche Marlene Dietrich - che ha deciso di tornare alle radici e di trasferirsi a Palermo, storia simbolica di un flusso di ritorni e di arrivi che è meno vistoso e numeroso dell'esodo, soprattutto giovanile, ma che è un fenomeno non meno interessante per disegnare a tutto tondo l'identità siciliana, per sua natura «di scoglio» o «di mare aperto». Andare o restare, sembra la domanda che prima poi ogni siciliano nella vita debba porsi.

Ma sono donne anche le protagoniste del torneo internazionale femminile di tennis, che è tornato a Palermo dopo quattro anni in Malesia. Niente soldi pubblici ma la pervicace volontà del circolo Country e di un gruppo di privati. Anche questo un felice ritorno. E poi tante storie da guardare, oltre che da leggere. La straordinaria carrellata fotografica di siti della Seconda Guerra mondiale presenti in Sicilia dove ancora sembra di respirare la storia: oltre 1.320 tra aeroporti, idroscali, batterie antiaeree, casematte: un patrimonio storico e architettonico unico nel suo genere che oggi sta trovando una inaspettata rivalutazione anche nell'ottica di un turismo storico e naturalistico di qualità. E poi le immagini dei giardini di Palermo firmate da Sandro Scalia. E ancora un tuffo nel barocco, in uno dei palazzi più belli di Ragusa Ibla, dai cui balconi sembra si possa toccare il duomo di San Giorgio.

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