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Letteratura, Haruki Murakami arriva in Italia per una “lectio” indimenticabile

Haruki Murakami

Haruki Murakami, nato nel 1949 a Kyoto, ma cittadino del mondo, autore di culto e amatissimo dai lettori (ma anche eterno candidato al Nobel per la Letteratura, che si assegna oggi, per la prima volta “doppio”, per 2018 e 2019), è il vincitore del Premio Lattes Grinzane 2019, sezione La Quercia, intitolata a Mario Lattes (editore, pittore, scrittore, scomparso nel 2001) e dedicata a un autore internazionale che abbia saputo raccogliere nel tempo condivisi apprezzamenti di critica e di pubblico. Sarà in Italia domani alle 18, al Teatro Sociale di Alba, dove terrà la sua attesissima e blindatissima lectio magistralis.

Murakami, edito in Italia da Einaudi (tradotto da Antonietta Pastore e Giorgio Amitrano), pubblicato in oltre cinquanta lingue, vincitore nel 2006 del prestigioso Premio Franz Kafka, romanziere e saggista, oltre che traduttore di autori americani, fin dal suo primo romanzo “Ascolta la canzone del vento”, del 1979, si impone sulla scena letteraria nipponica con il suo stile minimalista che sposava la lezione americana con il nitore della tradizione giapponese, con una prosa minuziosa eppure semplice ed essenziale, in cui il realismo lirico cede alla suggestione del surreale-magico.

Il suo mondo narrativo, da “Norwegian Wood. Tokyo blues” a “1Q84”, da “Dance dance dance” a “La ragazza dello Sputnik”, da “Kafka sulla spiaggia” ad “After dark”, da “Vento& Flipper” a “Nel segno della pecora”, è un lungo viaggio, tra realtà e iperrealismo, tra quotidianità, visionarietà e onirismo, tra destini incrociati, sullo sfondo di città riconoscibili ma straniate, come sospese nella solitudine e nell'alienazione, condizione che giustifica l'irrompere del fantastico e del bizzarro nella “ordinarietà” dei personaggi, insieme alla presenza di strane figure e di animali (come il gatto di “L'uccello che girava le viti del mondo”, forse ispirato dal fatto che Murakami negli anni Settanta ha gestito, insieme alla moglie, un jazz bar a Tokyo, il Peter Cat, tappezzato di foto di gatti), e di morti che paiono emergere da misteriose dimensioni, da un sottosuolo labirintico come quello della coscienza.

Ma l'internazionalità del Lattes Grinzane è confermata anche quest'anno dalla presenza dei cinque finalisti della sezione Il Germoglio, il riconoscimento dedicato ai migliori libri di narrativa italiani e stranieri, pubblicati nell'ultimo anno.

Tra aprile e settembre 2019 i cinque libri vengono letti e discussi dai quattrocento studenti delle venticinque Giurie Scolastiche, 24 in tutta l'Italia, e una a Madrid, alla Scuola Italiana Statale.

Il palermitano Roberto Alajmo, con L'estate del '78 (Sellerio), tratta una materia autobiografica e dolorosa (un'estate/cesura memorabile, anche per l'Italia), affinata nel tempo prima di avere il coraggio di guardarla, narrativamente, insieme ai lettori, per raccontare la famiglia, il rapporto genitori-figli, l'adolescenza, il disagio della giovinezza, e poi la maturità, con la consapevolezza delle cose perdute.

Tra noir e spy story è “Inviata speciale” (Adelphi, traduzione di Federica e Lorenza Di Lella) del francese Jean Echenoz, approdato alla scrittura dopo studi di ingegneria e sociologia. La protagonista Constance, incantevole cantante pop che ha avuto quindici anni prima un successo planetario, con la sua svagatezza attira l'imprevedibile, così finisce per approdare nella Corea del Nord e trovarsi in un intrigo internazionale.

Ci riporta nelle atmosfere della narrativa sudafricana, con in filigrana un passato indimenticato, quello dell'apartheid e del colonialismo, Yewande Omotoso, architetto originaria delle Barbados per parte di madre, e della Nigeria per parte di padre, con “La signora della porta accanto” (66thand2nd, traduzione di Natalia Stabilini), ambientato in un quartiere residenziale di Città del Capo. Marion, ebrea snob e architetto affermato, e Hortensia, nera aggressiva e guru del design, sono due vicine di casa che per due decenni si sono detestate, ma poi la malattia, la vedovanza e i casi della vita le costringono a recuperare la solidarietà.

Prende le mosse da una storia realmente accaduta il torinese Alessandro Perissinotto, traduttore, docente e scrittore di polizieschi, con “Il silenzio della collina” (Mondadori), ambientato nelle Langhe, dove Domenico, il protagonista, ritorna per stare accanto al padre malato, affrontando non solo i fantasmi dell'infanzia, ma anche quelli di un fatto di cronaca avvenuto cinquant'anni prima con il sequestro di una tredicenne. Un giallo in cui irrompe l'attualità con il dramma della violenza sulle donne.

È un romanzo storico “Cox o Il corso del tempo” (Feltrinelli, traduzione di Margherita Carbonaro) dell'austriaco Christoph Ransmayr che, con la sua storia ambientata nella Cina del XVIII secolo, si confronta con lo scorrere del tempo e con l'identità di mondi lontani.

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