Piero Pelù si prende una pausa dai Litfiba ma non si ferma. E per segnare il suo ritorno da solista sceglie di appoggiare una causa che, in questo momento, occupa quotidianamente i discorsi della gente, dei giovani: la salvaguardia dell'ambiente. Sebbene il rocker toscano non sia nuovo al tema, considerando che già in passato lo ha affrontato in diverse canzoni, questa volta punta sul personaggio dell'anno: Greta Thunberg.
'Picnic all'inferno' (questo il titolo del brano), infatti, non solo parla della giovane attivista svedese, ma addirittura sfrutta la sua voce. Pelù ha campionato il discorso della 16enne pronunciato a dicembre 2018 a Katowice, durante la COP24, nel quale accusava i potenti della Terra di non avere mai ascoltato la voce dei giovani, e utilizzato per creare qualcosa di unico.
L'originale duetto vede alternarsi le voci di Pelù e della Thunberg, che ovviamente ha autorizzato l'utilizzo. Piero l'ha voluta perchè "la prima volta che l'ho vista mi è sembrata una creatura scesa dalla Luna, mi ha colpito la sua determinazione, quello che diceva. E poi la mia prima figlia si chiama Greta, la più piccola ha la sua età: è scattata una identificazione immediata". Il frontman dei Litfiba è consapevole di quante critiche abbia ricevuto la giovane, ma secondo lui "il suo valore aggiunto è avere aperto una porta importante nel cammino verso la consapevolezza. Quel discorso per me è stato un flash: vedere una bambina determinata dire ai potenti 'ci avete sempre ignorato e continuerete a farlo'... Ho pensato: è una bomba atomica verde, non una bimba".
Ma ad essere tacciato di 'piacioneria', nell'utilizzare il tema e il volto dell'anno, Pelù non ci sta perchè "sulla questione ambientale sono sempre stato molto sensibile. Sono legato a una sorta di attivismo molto personale, non codificato. Da sempre raccolgo di mia spontanea iniziativa quel che trovo per terra sulle spiagge, sui sentieri di montagna. È una cosa istintiva. Voglio avere un impatto sull'ambiente più possibile pari allo zero, anzi, lasciando i luoghi meglio di come li ho trovati". E precisa: "Non faccio canzoni su commissione o pensando al mercato, vengono da un'esigenza interna. Altrimenti smetto di fare l'artista e divento una macchina per fare soldi". E non raccoglie la provocazione di chi gli chiede se, come Jovanotti, farebbe mai un tour sulle spiagge, viste le polemiche sollevate dal Jova Beach Party: "Io, intanto, le spiagge le pulisco. Poi ne ho fatti di live in riva al mare, felicemente, perchè no? Ma in primis penso al mio impatto sull'ambiente, prima, durante e dopo".
Tornando a Greta, che al momento Pelù non ha incontrato e alla cui associazione immagina di devolvere parte dei ricavi della canzone, per l'artista forse è un po' presto per assegnarle il Nobel per la Pace, "suona provocatorio... ma magari fra qualche anno". Non fa fatica, invece, nonostante la sua immagine sia da sempre associata a 'El Diablo', a schierarsi al fianco di Papa Francesco nelle posizioni ambientaliste: "Credo che il fatto che una persona così importante sia ferma nelle sue posizioni credo aiuterà la sensibilizzazione. In Amazzonia sta avvenendo uno sterminio, un omicidio di massa. E anche la vicenda ambientale causerà forti flussi migratori. L'uomo non può fare quel che vuole senza calcolare le conseguenze".
Piero Pelù porterà in giro il nuovo brano a novembre per sei date live del 'Benvenuto al mondo tour'. Per il 2020, invece, ci sono grandi progetti ancora tutti da svelare: "Sarà l'anno delle mie cifre tonde: faccio 40 anni di storia musicale e intendo festeggiare la ricorrenza". Chissà, magari anche con un album di inediti.
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