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"Atlantide", la cronaca raccontata come Storia

Klaus Davi

Veicolare la legalità e l'educazione civica è uno degli aspetti più importanti della missione del servizio pubblico. Questo non solo in occasione degli eventi di attualità che vanno comunque raccontati, degli anniversari per ricordare i martiri della mafia o delle ricorrenze più frequenti, dev'essere un messaggio perennemente trasmesso sugli schermi della tv di Stato. Ma non solo.

Anche gli editori privati, infatti, sono ormai perfettamente in grado di realizzare prodotti sul piano della pubblica utilità, talvolta anche migliori di quelli offerti della Rai. Proprio in queste settimane è ricominciata la serie di La7 «Atlantide - Storie di uomini e di mondi», condotta da Andrea Purgatori e in onda a cadenza settimanale il mercoledì sera.

«Atlantide» è una delle trasmissioni più longeve della rete di Urbano Cairo, in onda fin dal 2002 seppur con un format completamente diverso. In queste righe ci concentreremo proprio sul format attuale, nato con Purgatori due anni fa e oggi un vero gioiello televisivo che ha riscosso un riconoscimento importante come il Premio Flaiano per il miglior programma culturale.

L'ultima puntata è stata dedicata alla caduta del Muro di Berlino, in occasione del trentennale di uno degli eventi che più ha inciso sulla storia recente della nostra civiltà. Tra tutti gli appuntamenti tv dedicati al momento storico che ha portato alla riunificazione della Germania, il documento realizzato da Purgatori e dalla sua squadra è stato senza dubbio uno dei più apprezzabili.

Questo sia per essere entrato nello specifico di una realtà misteriosa e poco esplorata come la Stasi - la polizia segreta della Ddr - sia per l'altissima qualità dei filmati e le interviste approfondite a personaggi di spicco della politica e del giornalismo, nonché a chi ha vissuto in prima persona questa vicenda. Uno dei punti più interessanti toccati dalla trasmissione è il legame sommerso tra la Stasi e le Brigate Rosse italiane, una fitta trama che potrebbe aver decisamente interferito sul destino del leader della Dc, Aldo Moro.

D'altronde l'attuale conduttore di «Atlantide» ha un notevole pedigree da giornalista navigato, noto in particolare per le sue inchieste su casi scottanti come la strage di Ustica e, più in generale, su tutta l'epoca dello stragismo e degli «anni di piombo» che hanno caratterizzato l'Italia a cavallo tra gli anni 60 e 80. Non è un caso, infatti, che alcune delle puntate più interessanti della trasmissione siano state proprio quella sul patto tra Stato e Mafia e quella dedicata interamente alla morte di Aldo Moro.

Negli ultimi anni l'offerta di La7 si sta specializzando sulla qualità dell'informazione, e questa trasmissione rientra appieno in questo contesto. Il programma di Purgatori funziona perché non è il solito documentario come ce ne sono tanti altri, è un racconto dei grandi eventi della Storia narrato da un giornalista estremamente competente che non manca mai di recarsi direttamente nei luoghi che saranno protagonisti del reportage, con il piglio di chi ha vissuto veramente il giornalismo d'inchiesta.

Inoltre, il taglio che Purgatori ha impresso ad «Atlantide» è molto anglosassone, ed è un'ottima idea visto che proprio dal mondo anglosassone arrivano i documentari più apprezzati a livello mondiale. Insomma, è il caso di dire «complimenti per la trasmissione».

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