Un western atipico sulla fine di un mondo e sul sogno di cambiare il corso degli eventi grazie alla voglia di riscatto di un popolo. Questa, forse, è la migliore definizione di “Aspromonte. La terra degli ultimi”, il film di Mimmo Calopresti che sarà in sala da domani, distribuito da Italian International Film, ma che è stato presentato ieri in anteprima nazionale al cinema Lumière di Reggio Calabria. Il film, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, è una produzione Italian International Film - società di Lucisano Media Group - con Rai Cinema, prodotto dallo “storico” produttore Fulvio con Federica Lucisano, con il contributo di Regione Calabria e Calabria Film Commission, per il quale si tratta di una delle “gemme” di una stagione straordinariamente feconda. Il film è stato scritto da Mimmo Calopresti con Monica Zapelli, già autrice de “I cento passi”, con la collaborazione di Fulvio Lucisano, ed è tratto dall'opera letteraria di Pietro Criaco “Via dall'Aspromonte” (Rubbettino Editore). Il cast è davvero stellare: tra i protagonisti ci sono Valeria Bruni Tedeschi (David di Donatello come Miglior attrice protagonista per “La pazza gioia”), lo straordinario interprete reggino Marcello Fonte (Palma d'Oro al Festival di Cannes 2018 come Miglior attore con “Dogman”), Francesco Colella (interprete della serie Trust di Danny Boyle e Zero Zero Zero di Sollima), Marco Leonardi (Maradona - La mano de Dios di Marco Risi, Anime nere di Francesco Munzi, All the money in the world di Ridley Scott), e con la partecipazione di Sergio Rubini (regista e attore di decine di film a partire dal film rivelazione La Stazione). Quella che è ricostruita con efficacia da Calopresti in “Aspromonte - La terra degli ultimi” è una vicenda autentica. Nel 1951 il paesino di Africo, nell'entroterra calabrese, non ha ancora una vera strada di collegamento con il mare. Vi si arriva percorrendo impervi sentieri a dorso di mulo, come accade alla maestra (Valeria Bruni Tedeschi) inviata dal Nord nella piccolissima scuola locale e accolta da uno stralunato e candido poeta (Marcello Fonte). L'unico destino sarebbe quello di emigrare, finché i residui abitanti non decidono, per disperazione, di costruire da soli una strada, contro il volere delle autorità e soprattutto contro il volere del boss della zona (Marco Leonardi), che si oppone nei suoi “modi”. Un'amara testimonianza sull'abbandono del profondo Sud, ma anche una lezione di poesia.