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L’anima essenziale di Marco Mengoni: "Il mio concerto senza limiti"

Essenziale. Come le anime delicate sanno essere. Ma al contempo senza limiti, al pari di una estensione vocale che si fa fatica a confinare e di una duttilità interpretativa che palesa la crescita versatile.

Marco Mengoni ha chiuso il suo “Atlantico Tour” in Calabria (martedì al PalaPentimele) e in Sicilia (da giovedì a sabato sera al PalaCatania dopo il “trasloco” da Acireale per i problemi legati al palasport) al culmine di un viaggio per la Penisola che ha fatto registrare numeri da urlo.

Da oggi penserà alla tournée europea che toccherà città come Bruxelles, Amsterdam, Francoforte, Colonia, Zurigo, Barcellona e Londra durante il mese di dicembre.

Un tour per raccontare, raccontarsi, cantare e ballare. «Non ci sono limiti – attacca Mengoni appena “sparato” sul palco da una botola che regala l’effetto “wow” – questo è uno spazio per voi e me. Fate tutto ciò che vi pare».

Timbro soul con accenti pop rock, Mengoni ci mette sempre più una presenza scenica efficace per annodare un legame col pubblico fatto di musica e parole. «Matri chi siti beddi – con quel siciliano che innesca l’ovazione – Io amo questa terra, è stato un tour con tante giornate di maltempo, sono arrivato in Sicilia e subito quattro giorni di sole... Siete una meraviglia. U capistu!».

Via al live e hai l'impressione di assistere a tre diversi show in un unico concerto, tanto è vario lo spettacolo dal punto di vista dei suoni e delle atmosfere. Mengoni – per sua ammissione – si è ispirato agli spettacoli di David Byrne e sul palco si vede. Attacca con "Muhammad Alì" una scaletta di una ventina di pezzi per circa due ore di concerto. C’è spazio anche per “Sei Tutto”, scritto da Marco con Alessandra Scotti su un cartone realizzato per Atlantico Tour da Cristian Eduardo, Carlos Caipa e Diego Molina, e Mondo Loon, un invito a riflettere sui titoli forti dei giornali di tutto il mondo, firmato sempre Mengoni-Scotti. I messaggi sono chiari e lo sfondo è l’amore di chi nell’essenziale trova tutto. «Oggi c’è troppo odio e troppa superficialità. Il diverso è il nemico. Ma diversità di cosa? Abbiamo una sola vita e la passiamo a perdere tempo con sta... Ecco ve lo dico alla vostra maniera. Con sta... minchiata».

Prima parte puramente pop con “Voglio”, “Ti ho voluto bene veramente”, “In un giorno qualunque”, “Atlantico”. Pubblico rapito in un amen. C’è “La ragione del mondo” e poi lo spettacolo si apre alla world music. “Così ”Buona vita” si contamina con Chan Chan, il brano di Compay Segundo – Buena Vista Social Club, mentre “Proteggiti da me” è introdotto da un omaggio, affidato ai coristi, a Sam Cooke con il classico gospel “A Change Is Gonna Come”. In serie arriva “Dialogo tra due pazzi”, un omaggio alle sonorità di Graceland. In mezzo c’è anche “Parole in circolo” che esalta i 3.500 del PalaCatania.

I virtuosismi vocali di Mengoni vanno di pari passo con quelli scenografici de “La casa Azul” che trascina tutti in Messico e “Amalia” col suo tocco portoghese/brasiliano. Il tour che ha toccato Catania grazie a "Musica da bere" di Carmelo Costa, è in discesa verso la terza parte del live che Mengoni apre con messaggi limpidi: su tutti “Guerriero”, con le suggestive immagini che passano negli schermi. “L’essenziale” e “Hola” raccontano di un artista delicato e passionale. Il vincitore di “X Factor” e Sanremo, è in piena sintonia con il suo pubblico: «Facciamo un gioco... Abbracciatevi tutti, con la persona che vi sta accanto. Anche se non la conoscete. La vita è contatto, l’abbraccio è energia. Stiamo insieme». Che sa di restiamo umani. Ed ecco “Essere umani” di cui Mengoni non canta praticamente nulla, tanta è la forza del ritornello che il “PalaCatania” intona. Quindi “Credimi ancora” che comprende un mash up con Stevie Wonder e Kanye West e “Io ti aspetto”.

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