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Gaspare Mutolo, la memoria della mafia

«Sono un sopravvissuto. Sono la memoria orale della mafia». Poche parole ed un universo immenso che si apre di fronte a noi. È questa la chiave di lettura del libro “Gaspare Mutolo, la mafia non lascia tempo”, scritto da Anna Vinci ed edito da Chiarelettere. Un percorso incalzante e ricco di tappe nel quale il lettore si cala proprio attraverso gli occhi del protagonista. A differenza, infatti, delle tante opere con tematiche legate a Cosa Nostra, in questo libro non si ha un visione esterna dei fatti bensì ci caliamo appieno in oltre cinquant'anni di storia mafiosa. Quest'ultima, inevitabilmente, ci consegna uno spaccato del nostro Paese macchiato di sangue, segreti, pagine nere e scandali.

Attraverso gli occhi del protagonista, Gaspare Mutolo, seguiamo la sua vita dai poveri quartieri di Palermo sino alla crescita come elemento di spicco di Cosa Nostra all'interno di un universo criminale strettamente legato al territorio ed alla politica. Quest'ultima ci appare in tutti i suoi aspetti e sfaccettature che l'opinione pubblica, a volte, preferirebbe non conoscere. Per questo motivo i politici diventano parte integrante di un racconto nel quale mafia e politica camminano a braccetto. La vecchia politica e anche la “nuova”.

Gaspare Mutolo è parte attiva di tutto questo, ma allo stesso tempo subisce anche la “politica d'azione” folle di Totò Riina. Dopo decine di omicidi ed arresti, arriva la grande decisione di collaborare alla vigilia degli anni più difficili per la storia recente italiana. L'anno è il 1992, l'anno delle bombe, l'anno delle bugie, l'anno della fine di una parte di Cosa Nostra.

Se, da una parte, risulta facile inquadrare Mutolo come mafioso ed assassino, dall'altra il suo cambiamento da collaboratore di giustizia rappresenta un vero colpo di scena. Attraverso la lettura delle pagine dedicate al pentimento, i lettori colgono tutti i dubbi, i cambiamenti di stati d'animo, l'ansia ed anche la paura di Mutolo. Ma soprattutto si coglie la grande fiducia e rispetto verso le figure di Falcone e Borsellino, i grandi nemici di Cosa Nostra. Gaspare Mutolo incontra entrambi ed inizia il suo percorso di collaborazione proprio a cavallo degli attentati di Capaci e Via d'Amelio.

Quella grande quantità di tritolo esploso non gli fa cambiare idea, ma anzi lo esorta a cambiare vita per se stesso e per la sua famiglia. Come in un film o in una serie tv, l'evoluzione del personaggio principale ci porta fino ai nostri giorni. Gaspare Mutolo ci appare in tutte le sue sfaccettature: un uomo contraddittorio, furbo ma anche attento ed accorto.

Un quadro generale che viene confermato dalla splendida “Appendice” del libro: dopo aver lasciato spazio al suo protagonista, è l'autrice Anna Vinci a parlare raccontando la sua esperienza faccia a faccia con il mafioso e collaboratore di giustizia. Dai primi incontri alle lunghe chiacchierate sino all'ultima intervista di gennaio 2019. Gaspare Mutolo vive la sua nuova vita, ha cambiato identità ed ha perso sua moglie che è venuta a mancare. Nonostante un nome ed uno stile di vita diverso, resta sempre «la memoria orale della mafia».

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