Ormai ci siamo: è una pandemia, e l'arresto forzato delle nostre vite è una drammatica realtà. Purtroppo, quelli che per primi si sono fermati sono stati cinema e teatri, e tutto quel mondo di fiere, festival e laboratori, ma anche semplici gruppi di lettura e presentazioni, che ruotano attorno al libro. Le cose di cui si occupano queste pagine, da sempre. Ma noi - la Gazzetta del Sud (che ha lanciato una serie di iniziative per raggiungere comunque i lettori, specie in un momento in cui l'informazione corretta fa la differenza), queste pagine, la sottoscritta - non intendiamo fermare quello che ci ha sempre ispirato, quello che sta alla base di tutto ciò, che non è (solo) un'industria del divertimento ma una categoria dello spirito. Noi abbiamo bisogno della bellezza: quella conservata nei musei; quella cercata, da sempre, da ogni libro, film, spettacolo; quella testimoniata in ogni articolo, ogni recensione, ogni intervista. C'è in queste pagine una rubrica preziosa che io firmo da anni e che in questi tempi cupi tornerà con grande frequenza, “La bellezza ci salverà”. Parlerò, parleremo di tutti i modi creativi, ingegnosi, meravigliosi che abbiamo per resistere alla paura e al dolore, di tutte le iniziative che proprio adesso, nello stesso momento in cui si studiano misure sempre più (giustamente) dure e restrittive, tante persone - artisti, scrittori, librai, editori, attori, poeti, giornalisti - stanno escogitando, non per salvare un'industria (i danni di tutto questo li conteremo poi, e saranno gravissimi comunque) ma semplicemente per onorare quella ricerca che hanno sempre fatto, quell'imperativo a cui hanno, abbiamo sempre risposto, quella resistenza al vuoto, al male, al nulla che abbiamo sempre messo in atto. Leggerete, da oggi, di ebook gratis e spettacoli in streaming, di musei online e cinema a casa: la cultura non si ferma, si sposta. C'è un proverbio che dice: «Se hai due soldi, con uno compra un pane, con l'altro un fiore per il tuo spirito». Perché per nutrirci abbiamo bisogno di versi, e prose, e immagini, e storie, molte storie che ci aiutino a capire le storie che ci stanno capitando, che ci aiutino a confrontarle con le storie di altri che sono venuti prima di noi, che hanno vissuto altre guerre, altre emergenze, altre tragedie condivise. Dobbiamo sapere come resistere, dobbiamo resistere. Se una soluzione verrà, se un “dopo” verrà, potrà nascere soltanto dalle parole che non abbiamo abbandonato, dalla bellezza da cui non abbiamo accettato di separarci, dalle storie, che nutrono da sempre il nostro stare assieme, il nostro essere umani.