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Coronavirus, Stephen King: "Ho dovuto rivedere il mio libro..."

Niente sarà più come prima. Lo sappiamo, stiamo vivendo sulla nostra pelle lo stravolgimento della quotidianità, confinati in casa fra quelle quattro mura che prima erano rifugio e adesso, per qualcuno sembrano essersi tramutati in prigione.

Intanto, come spesso è accaduto in questi anni, Stephen King è già un passo avanti. Poche settimane or sono aveva criticato la scelta di Hachette di non pubblicare l’autobiografia di Woody Allen (in Italia, giocando d’anticipo, “A proposito di niente” è stata pubblicata da La Nave di Teseo) e il 21 marzo, citando Bob Dylan, ha scritto «Things have changed», suggerendo esplicitamente a chi scrive di ripensare questo tempo (e le trame da raccontare). Nel frattempo, molti fan lo hanno chiamato in causa, notando punti di contatto fra la pandemia in atto e il suo celebre “The Stand” (“L’Ombra dello Scorpione”, scritto nel 1978 e pubblicato in Italia da Bompiani) nel quale un’arma batteriologica decimava la popolazione mondiale. Ma per fortuna, il Covid-19, pur se pericolosissimo, ha una mortalità molto più bassa rispetto al “Captain Trips” creato da King.

Ieri, intervistato in radio, King è tornato sul tema. Ha prima ammesso di soffrire, come tutti, il panico da contagio ed ha poi rivelato di aver dovuto cambiare in corsa il suo progetto. Fra pochi giorni, il 21 aprile, in America verrà pubblicata la sua nuova raccolta di racconti “If It Bleeds” (editrice Scribner) in cui – dopo il successo riscontrato dalla serie tv “The Outsider”, prodotta da HBO e trasmessa su Sky Atlantic – tornerà in azione Holly Gibney, l’investigatore privato, vero e proprio outsider, dotata di abilità soprannaturali. Ma King non si riposa mai e il suo nuovo romanzo, originariamente ambientato nel 2020 e in uscita prevista per il 2021, ha subito dei cambiamenti in corsa:

«L’esplosione dell’emergenza mi ha spinto a rivedere che avevo già scritto, modificando dei particolari». Qualche esempio? «Due dei miei personaggi erano andati in crociera ed allora ho pensato “Beh, no, non credo che qualcuno avrà ancora voglia di andare sulle navi da crociera quest’anno”». E dunque «ho scelto di spostare tutto al 2019, per non perdere la verosimiglianza del racconto».

Infine, il re dell’horror rivolto ai suoi lettori ha affermato: «Molte persone continuano a dirmi che hanno l’impressione di essere piombati nel bel mezzo di una mia trama. Mi dispiace, vorrei tanto che non fosse così». Ma questo è anche il prezzo dell’essere dei geni visionari. E resta una domanda: che libri leggeremo e scriveremo se la realtà sgomina ogni opera di fantasia?

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