Lunedì 18 Novembre 2024

Il Coronavirus "blocca" i tirocini, 2400 laureati non possono diventare medici

Circa 2400 neolaureati in Medicina e Chirurgia non riescono ad accedere all’iter per esercitare la professione medica. Dopo essersi laureati nelle sessioni straordinarie dei rispettivi Atenei, migliaia di laureati in Medicina e Chirurgia si sono visti posticipare l’inizio del tirocinio pratico valutativo in seguito alle misure urgenti varate per la pandemia da COVID-19. Così, organizzati nel comitato nazionale “Dottori In Sala D'attesa”, hanno prodotto una proposta di emendamento all’art.102 del DL n.18 del 17 marzo 2020, firmata da senatori del PD e di Italia Viva, salvo poi vedersela respinta in sede di votazione al Senato. Oggi è stato pubblicato il decreto del Ministro del MUR Prof. Gaetano Manfredi, che consente lo svolgimento dei Tirocini Post Laurea anche con tecniche a distanza, conferendo inoltre ai singoli atenei la flessibilità necessaria al riconoscimento delle attività svolte. «Vorremmo porre l'attenzione sulla disparità che si potrebbe creare delegando ai singoli atenei la gestione dei TPL, – sottolineano i neolaureati sulla loro pagina commentando il DM pubblicato oggi – legata anche alla eterogeneità dell’emergenza sanitaria, che differisce nell’entità in base al territorio di riferimento. Stiamo contattando tutti gli Atenei tramite i nostri rappresentanti, per avere un confronto con i Rettori ed i Presidi di Facoltà, così da capire le forme e le tempistiche previste per lo svolgimento dei tirocini". "La nostra proposta è quella di trovare delle modalità comuni che possano essere adottate dai singoli atenei. Riteniamo fondamentale scongiurare uno scenario in cui vi siano abilitati di serie A ed abilitati di serie B». Frustrati da una situazione così nebbiosa, i giovani dottori si propongono per coadiuvare il lavoro dei singoli atenei, al fine di identificare una soluzione rapida ed equa per tutti i neolaureati, convinti che, in una situazione emergenziale quale la pandemia di SARS-CoV-2, rinunciare a più di 2400 giovani medici in fieri sia certamente un controsenso. Sulla pagina concludono: «Siamo pronti ad aiutare, lasciateci abilitare".

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