Esce il nuovo libro “Tre passi per un delitto”: intrighi e malefatte “raccontati” da sei mani
Nel cuore dell’estate, tre pezzi da novanta della narrativa italiana hanno deciso di unire le forze e lanciarsi in un esperimento di scrittura a sei mani, per raccontare un crimine. Il risultato è un riuscito, godibilissimo, gioco di specchi. I tre autori sono la siciliana Cristina Cassar Scalia, il romano Giancarlo De Cataldo e il napoletano, Maurizio De Giovanni, alle prese con “Tre passi per un delitto” da oggi in libreria, edito da Einaudi Stile Libero. Firme di pregio del mondo del giallo italiano, amati dal pubblico e attualmente in classifica con le nuove avventure dei rispettivi personaggi seriali – Maurizio De Giovanni con “Una lettera per Sara” (Rizzoli), Giancarlo De Cataldo con “Io sono il castigo” (Einaudi) e Cristina Cassar Scalia con “La salita dei saponari” (Einaudi) –che hanno unito le forze sulla scena del crimine. Al centro dell’inghippo c’è una brutale uccisione. Una giovane donna, Giada Colonna, viene assassinata in un appartamento nel quartiere Prati, a Roma e come sempre accade, la scena del misfatto parla a chi è disposto di prestare l’attenzione necessaria, cogliendone tracce e moventi. Ne è convinto il commissario Davide Brandi, un poliziotto abile quanto ambizioso. È lui a condurre le indagini, mosso e narrato da Giancarlo De Cataldo. Spazio a Marco Valerio Guerra, l’amante della vittima. Un uomo d'affari ricchissimo, potente quanto odiato che viene narrato dalla penna di Maurizio De Giovanni. Infine, Anna Carla Santucci, la moglie di Guerra, una agiata signora romana che non sembra affatto stupita dai ripetuti tradimenti del proprio consorte, raccontata da Cristina Cassar Scalia. Ecco gli ingredienti di questa commedia nera in sei atti, due per ciascun autore. A volte sulle scene del crimine manca qualcosa, stavolta c’è una tale abbondanza di elementi che insospettisce il commissario Davide Brandi, al punto che si trova fra le mani persino due rei confessi e diverse ricostruzioni dei fatti che non collimano. Chi sta mentendo? Tecnicamente non si tratta di una traccia facile, ciascun autore ha scritto di proprio conto sulla trama concordata – fra telefonate e giri di mail, dichiarano i tre autori – ciascuno aggiungendo sfumature di stile che i lettori certo noteranno - puntando su una ricostruzione dei fatti non-univoca, in perfetto stile Rashomon, richiamando il capolavoro di Kurosawa in cui il medesimo fatto viene narrato da punti di vista diversi e dissonanti. A tal riguardo, l’autrice siciliana - che con il suo personaggio rende omaggio ad Anna Carla Dosio, la Donna della domenica di Fruttero & Lucentini - ha dichiarato alla Gazzetta del Sud: «questo è un progetto narrativo bellissimo che nasce da un’idea di Giancarlo e Maurizio che hanno voluto coinvolgermi in questa impresa. Scrivere a sei mani è stata una grande esperienza, sia professionale che umana, un modo diverso di approcciarsi alla pagina, lavorando di concerto per costruire una veduta d’insieme in cui ogni pezzo si incastri alla perfezione».