Addio all’ultima delle grandi dive dell’epoca d’oro di Hollywood e ultima sopravvissuta del cast principale di «Via col Vento": Olivia de Havilland è morta nel sonno nella sua casa parigina. L’indimenticabile Melania Wilkes della saga ideata da Margaret Mitchell e adattata da Hollywood in uno dei suoi primi film in Technicolor aveva da poco compiuto 104 anni e una foto
(incerto quando fosse stata scattata) che la ritraeva su una bicicletta a tre ruote era per l’occasione diventata popolarissima su Twitter.
Dame Olivia viveva dal 1955 a Parigi, in un appartamento vicino al Bois de Boulogne. L’attrice, il cui debutto risale al 1935 in «Sogno di Una Notte di Mezza Estate», non doveva aver preso di buon grado l’annuncio di qualche giorno fa che Hbo aveva sospeso dalla programmazione in streaming di «Via col Vento» sulla scia delle proteste del Black Lives Matter. Il film, per cui De Havilland, rivale in amore della protagonista Rossella O'Hara, conquistò una nomination ma non l’Oscar che andò invece a Hattie McDaniel (la nera «Mamie"), è stato poi riportato in circolo con una nuova introduzione che inquadra la saga ambientata al tempo della Guerra Civile nel contesto storico della piaga della schiavitù.
Al contrario del personaggio della dolce (ma forte) Melania, De Havilland è sempre stata una «tosta» e l’avanzare degli anni non le aveva tolto il gusto per le battaglie anche nelle aule dei tribunali. Solo due anni fa Olivia aveva portato davanti al giudice «Feud: Bette and Joan», un docudramma del canale FX, sostenendo che il suo personaggio era stato inserito nel copione
senza permesso, travisando per di più i suoi rapporti con le protagoniste, Bette Davis e Joan Crawford, e con la sorella Joan Fontaine. L’attrice aveva perso la causa, arrivata l’anno scorso fino alla Corte Suprema.
Olivia De Havilland era diventata famosa negli anni Trenta al fianco di Errol Flynn in una serie di film «cappa e spada» come "Captain Blood» e «Le Avventure di Robin Hood": ruoli di "damigella in pericolo» in cui inevitabilmente finiva prigioniera per poi essere salvata dall’eroe di turno. Se
l'Oscar per «Via col Vento» le era sfuggito, la diva conquistò comunque due Academy Awards: il primo nel 1946 per «A Ciascuno il Suo Destino» nella parte di una madre che cerca di riconquistare il figlio dato in adozione; il secondo per "L"Ereditiera": una donna controllata dal ricco padre e tradita
da un amante avido ma che alla fine riesce a dire l’ultima parola.
Politicamente Olivia era di sinistra, intollerante però degli estremismi di qualsiasi colore politico: nemica dei comunisti di Hollywood ma anche chiamata a deporre in Congresso negli anni del Maccartismo. Negli anni Ottanta era passata a lavorare con la televisione e aveva vinto un Golden Globe per "Anastasia: The Mystery of Anna».
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