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Corto di Muccino, il regista: non era un reportage

Il regista Gabriele Muccino

«Io non ho fatto un documentario sulla Calabria, non era un reportage sulla Calabria. La mia committenza era quella di Jole Santelli, che mi chiese di fare un viaggio d'amore all'interno della Calabria, per raccontare lo spirito della Calabria, perché la Calabria ha uno spirito che non si può raccontare in maniera meticolosa e precisa in un cortometraggio, che deve intrattenere ed emozionare». Dice la sua Gabriele Muccino, commentando con l'Adnkronos le critiche al corto: «Se intrattieni ed emozioni riesci anche a creare il desiderio di venire a conoscere ed esplorare questa terra.

La finalità ultima per me, secondo il mandato di Jole, era quella di far venire voglia di conoscere la Calabria. Se a un turista viene voglia di andarci, per me quello è il gol. Non importa far vedere se sia autentico o non autentico. Non dovevo raccontare la realtà». A chi critica «l'asinello che passa», il regista risponde che «c'era veramente, e io l'ho filmato. Criticano l'uso della coppola perché anacronistico? Io dico che ad esempio io ce l'ho, la uso. Gli abiti dello spot sono per metà di uno dei più grandi stilisti al mondo. Si parla di cose di cui non si sa, solo perché si vuole attaccare questo cortometraggio».

 

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