La storia di un gruppo di ragazzi che ha aperto una via italiana ad un nuovo modo di fare rap è oggi un documentario che segue le tracce della vicenda umana e professionale di Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, uno dei fenomeni discografici per eccellenza degli ultimi anni. Personaggio amato e controverso, alfiere del genere trap in Italia, si racconta in “Famoso”, diretto da Pepsy Romanoff, presentato ieri in videoconferenza alla stampa, assieme a Charlie Charles (produttore esecutivo del nuovo album), Shablo, Jacopo Pesce (direttore di Island Records) e Maurizio Salvadori (CEO Trident Music). Disponibile su Amazon Prime Video da oggi in 5 lingue, “Famoso” - che prende il titolo dal nuovo album, in uscita il 20 novembre per Island Records, di cui viene mostrata la lavorazione - non è solo la storia di un successo realizzato, ma di un ragazzo qualunque che dalla periferia milanese ha conquistato la popolarità in Italia e nel mondo (4,7 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e 1,7 bilioni di stream complessivi), entrando nella ristretta cerchia di trapper europei stimati oltreoceano. Co-prodotto da Maurizio Vassallo, il documentario contiene i contributi dei collaboratori più stretti, di amici e persone care, tra cui la madre, i colleghi Shablo e Marracash e il produttore e scopritore Charlie Charles (col quale ha debuttato nel settore discografico), e tocca i luoghi del cuore, con filmati inediti sulla carriera, dagli esordi a Cinisello Balsamo, dove il trapper si è trasferito durante l'infanzia, fino ai giorni nostri. Parte del film è stata girata negli Stati Uniti, dove Boschetti è considerato dai re delle classifiche mondiali, tra cui J Balvin e Steve Aoki, una persona di famiglia, un vero “fratello”. Il suo precedente album “Rockstar” su Spotify ha segnato il record di presenze di un artista italiano nella Top 200 Global della celebre piattaforma. «La storia di Sfera dà importanti messaggi, in un periodo con pochi riferimenti validi, almeno per ciò che riguarda le storie raccontate attraverso la musica - ha detto Romanoff - . Il film ci dimostra quanto sia importante creare qualcosa, buttare del combustibile in senso positivo, perché è la vicenda di due ragazzi che si stanno affacciando a un mondo; e se “Famoso” racconta in maniera abbastanza netta gli ultimi due anni dell'artista, contiene frequenti flashback sul passato che lo mostrano oltre l'aspetto professionale. Sono sicuro che il documentario sarà il primo mattone di una serie di altri lavori sulla vita di Sfera e Charlie». Particolari le scelte di regia e montaggio: «Ho realizzato diversi film sulla musica urban, ma nel momento in cui nel mio percorso artistico è entrato Sfera, ho cercato di mettere a punto qualcosa di diverso rispetto a quello che avevo fatto prima. Il modo più giusto sarebbe stato quindi raccontare con sfaccettature, correction e livelli di post produzione, partendo dal bianco e nero fino all'esasperazione del colore, un artista che in vari momenti della carriera ha fatto cose differenti, con grande passione». «Il mondo a cui ci siamo sempre ispirati è la trap americana e francofona - ci ha detto Charlie Charles - sebbene in generale non abbiamo avuto un modello, ma lavorato per diventare noi stessi un punto di riferimento. Se si ascoltano le canzoni di Sfera, comprese quelle del nuovo disco, non si trovano richiami a un artista specifico o ad un genere, e ormai si parla poco anche di trap. Stiamo quindi lavorando per diventare noi stessi fonte di ispirazione per qualcuno». Annunciate anche le date anteprima del tour di “Famoso”, il 13 e 14 settembre 2021 al Forum di Assago.