Venerdì 4 dicembre fuori il disco di inediti "7" e la raccolta "77+7", una doppia uscita discografica (pubblicata e distribuita da Warner Music Italy) per celebrare i 30 anni di carriera di Luciano Ligabue.
Il 7, un numero da sempre speciale per Ligabue, diventa protagonista di questo nuovo progetto musicale: l’album di inediti "7" contiene 7 brani, spunti che Luciano ha ritrovato, riscritto e prodotto ricavandone nuove eccezionali canzoni. E l’imperdibile raccolta "77+7", con i 77 singoli che hanno fatto la storia del Liga, rimasterizzati nel 2020, oltre ai 7 brani inediti.
Luciano ha scoperto che i singoli che hanno fatto la sua storia musicale sono proprio 77. Fatto davvero incredibile sia per il numero in sè, che per la quantità che ci fa capire quanto in questi trent'anni, in media ogni cinque mesi, sia uscito un singolo di Ligabue. Tra gli inediti, "La ragazza dei tuoi sogni" e "Volente o nolente" (primo vero duetto con Elisa), attualmente in radio e in digitale, il cui video è già online. L’album "7" e la raccolta "77+7" sono disponibili in pre-order in tutti gli store digitali.
"7" segna la ritrovata collaborazione tra Ligabue e Fabrizio Barbacci. Insieme hanno prodotto l’album e rimasterizzato quest’anno i 77 singoli che compongono la raccolta. Questi i 7 brani che compongono l’album "7": La ragazza dei tuoi sogni; Mi ci pulisco il cuore; Si dice che; Un minuto fa; Essere umano; Oggi ho perso le chiavi di casa e Volente o nolente ft. Elisa. E' disponibile, poi, in libreria e negli store digitali "E' andata così" (Mondadori), l’autobiografia artistica di Luciano Ligabue, scritta a quattro mani con Massimo Cotto, che ripercorre la straordinaria trentennale carriera del "Liga": canzoni, dischi, concerti, tour, eventi, libri, film e non solo tra aneddoti, retroscena e dettagli creativi completamente inediti! (ITALPRESS) - (SEGUE).
Il 19 giugno 2021 Luciano Ligabue tornerà live con "30 Anni in un (nuovo) giorno", l’evento in data unica, già "sold out" (100.000 biglietti venduti) in prevendita, che inaugurerà la RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo) nel segno della straordinaria carriera del Liga.
«Sono grato per questi 30 anni intensi di musica e di successi, ma l’intensità si paga e a volte mi sono perso. Nel '99, dopo Buon Compleanno Elvis e Radiofreccia, avevo meditato di smettere: non ero preparato a quella mole di successo e all’isolamento che questo portava con sé, né ero pronto a essere raccontato come non sono». A fermarlo dall’abbandonare tutto è stata la stessa voglia che lo aveva fatto arrivare fin là, quella di stare su un palco, indissolubilmente legata alle emozioni che tutto questo gli dava. «Mi sono detto: se smetti, come fai a non fare concerti? E a 20 anni da quel periodo critico sono ancora qui». A scrivere canzoni «che diano conforto e siano utili».
Anche ora, in una guerra invisibile contro un nemico altrettanto invisibile. "Dobbiamo cercare di proteggerci, ma di non avere paura più di tanto. E sperare che presto ci possa essere la ricostruzione». Una situazione psicologicamente difficile che per contrasto «può portare a un sentimento di speranza. Ed è quello che io sempre cercato di fare con il mio lavoro. E penso ci sia anche in queste sette canzoni nuove. Sono nate in momenti diversi, ma in qualche modo fanno comunque i conti con quello che stiamo vivendo, come Volente e nolente. Del resto le canzoni non risolvono i problemi, ma portano calore e tengono compagnia».
Ed è anche per questo, secondo Ligabue, che il futuro dei live non dovrebbe essere in streaming. «Ho cominciato questo mestiere per l’emozione che mi ha dato salire su un palco scalcinato a 27 anni, davanti a cento persone. Un’emozione che ho cercato di replicare più volte possibile - racconta -. Un concerto vuol dire avere qualcuno davanti che ti rimanda quella stessa emozione, con il suo corpo, con il suo ballare, con il suo stare a tempo. Non può essere ridotto tutto a un corrispettivo in grande di noi in sala prove. Non riesco a pensare a un concerto dentro ad uno schermo. Non sappiamo niente del futuro, ma spero per il bene della musica che i concerti non siano ridotti solo allo streaming perché manca l’elemento essenziale della presenza umana». Esclude infine la possibilità di andare ospite al Festival di Sanremo, ma non quella di tornare dietro a una macchina da presa. «Ho imparato a smettere di dire non lo farò mai più perché poi mi smentisco. Ma per girare un film devo rinunciare alla musica un anno e mezzo, quindi devo avere motivazioni fortissime. Con Made in Italy c'erano. Magari ci saranno ancora».
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