«E quindi uscimmo a riveder le stelle», scrisse il Sommo Dante. E noi speriamo presto di poter tirare un sospiro di sollievo dalla seconda ondata di Covid-19. Ma mai come adesso, bombardati da fake-news e virologi dell’ultima ora, la scienza ci tende la mano e ci chiede di non abbandonare la ragione. Abbiamo già scritto proprio su queste pagine dei libri – e poi dei saggi – a tema pandemico, stavolta andiamo alla scoperta di quei testi di successo che creano un ponte fra narrativa e saggistica, permettendoci di non rinchiuderci dietro uno steccato di preconcetti.
Cominciamo con l’ultimo arrivato, il nuovo libro di Ian McEwan, Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza (Einaudi traduzione di Susanna Basso, Norman Gobetti). Nei suoi romanzi l’autore britannico – da “Solar” a “Macchine come me” – spazia nel mondo scientifico tessendo le sue trame, sfidando i nostri tabù. Il compendio perfetto è questo libro composto da cinque saggi in cui sottolinea i tanti, talvolta sorprendenti, punti di convergenza fra letteratura e scienza, due modi di leggere la realtà tradizionalmente ritenuti distanti, incompatibili. Un romanziere molto amato alla prova del cambio di registro, passando da Darwin a Dawkins, per celebrare un «sublime trionfo della creatività umana».
Mente brillante, editor di narrativa italiana in Marsilio e scrittrice apprezzata, con La matematica è politica (Einaudi) Chiara Valerio ha mostrato l’attualità e l’importanza del libero pensiero critico. La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come questa, infatti, si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Un pamphlet polemico e frizzante che ha scalato le classifiche, con una prosa pungente, sottolineando il valore civile della formazione scientifica. Del resto, non può essere un caso se – come ha scritto il premio Strega Sandro Veronesi – tutti i dissidenti politici del secolo scorso che ce l’hanno fatta erano matematici o fisici.
Dalla matematica al codice binario il passo è brevissimo. Adelphi – che pubblica anche il bellissimo Helgoland (pp. 227, euro 15) in cui Carlo Rovelli racconta la scoperta della fisica quantistica ad opera del ventitreenne Werner Heisenberg, nel 1925 – ha appena pubblicato il memoir di Anne Wiener, La valle oscura (Adelphi, traduzione di Zemira Milena Ciccimarra). Dopo cinque anni nei gangli della Silicon Valley, l’autrice firma un libro brillante che affronta l’impatto della tecnologia sulla nostra realtà quotidiana, sollevando molte domande che dovrebbero farci riflettere. E per farlo, la Wiener parte proprio dall’Uncanny Valley, o zona perturbante, quella curva teorizzata dall’esperto di robotica Masahiro Mori che misura il momento in cui l’umanizzazione degli androidi anziché ammaliarci crea disagio (concetti che Philip K. Dick aveva colto decenni fa, come solo i puri visionari sono in grado di fare).
E restiamo in casa Adelphi per la quinta uscita della bellissima collana Animalia con Le formiche tagliafoglie. Siamo onesti, le formiche il più delle volte ci fanno arrabbiare. E ci sono moltissime domande legate al loro mondo senza risposta: da dove arrivano, come fanno a spuntare all’improvviso e come riescono a coordinarsi così bene, razziando le briciole e creando scompiglio in ambito domestico? Bert Hölldobler ed Edward O. Wilson, i mirmecologi e autori di questo saggio hanno dedicato alle formiche tutta la vita. Anche questo libro vi sorprenderà, scoprendo che le tagliafoglie sono una delle espressioni più compiute del superorganismo sulla Terra, creando una forma di agricoltura 50-60 milioni di anni prima dell’uomo.
Questo 2020 ha fatto anche cose buone. Almeno una, la riscoperta della micologia che improvvisamente è sbarcata sugli scaffali delle librerie. Fra i tanti titoli, segnaliamo L’ordine nascosto di Merlin Sheldrake (Marsilio). Lo scienziato britannico racconta le sue esperienze alla Indiana Jones andando a caccia di funghi e muffe, mostrando la rete sotterranea che collega tutte le specie viventi, mettendo in relazione nutrienti e segnali d’allarme per dar vita all’ecosistema, al cui interno – duole dirlo – noi umani siamo solo di passaggio. I funghi elaborano cibo, dobbiamo alle muffe la pennicillina, sono in grado di erodere le rocce ed esiste una specie, la Cladosporium sphaerospermum, che si nutre di radiazioni – si chiama fungo radiotrofico – e che un giorno proteggerà gli astronauti nello spazio.
E poi spazio a Sabrina Mugnos con Draghi sepolti. Viaggio scientifico e sentimentale fra i vulcani d’Italia (Il Saggiatore), che racconta i nostri vulcani, dalla Muntagna etnea allo sterminator Vesuvio e gli inquietanti Campi Flegrei, in un viaggio di erosione e devastazione, distruzione e fertilità. Mugnos mette in primo piano la ricerca necessaria di un equilibrio con la natura – rievocando l'eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano – muovendosi fra la narrazione e lo studio, sempre armata di stupore.
E infine chiudiamo con Il tempo e l’acqua (Iperborea, traduzione di Silvia Cosimini), un saggio brillante sul cambiamento climatico firmato da Andri Snær Magnason che spinge la letteratura ecologista ad un nuovo livello, fra rigore e humour con una prosa ambiziosa. Il narratore islandese dedica all'attivismo ambientale la propria vita e finalmente, con le sue pagine, il lettore riuscirà a capire l’urgenza della questione. O almeno, si spera.
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