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Ogni “Edizione straordinaria” ci racconta cosa siamo e cosa siamo stati

La storia siamo noi, diceva Francesco De Gregori, ma noi, come ci poniamo davanti alla storia? Ha provato Walter Veltroni a raccontarlo, con un documentario, “Edizione straordinaria”, in onda sabato su Raitre, che, attraverso le edizioni straordinarie dei TG, ha ricordato alcuni degli eventi più importanti e drammatici a partire dal 1956. Un documentario sobrio e rigoroso, nessuna concessione alla suggestione evocativa dettata dalla musica, solo notizie – tempestivamente trasmesse dai Tg o inspiegabilmente relegate nelle edizioni programmate dei notiziari – che si susseguivano scandite dalle sigle dei telegiornali.
Se il ricordo del singolo è affidato a spazi e tempi personali che servono alla ricostruzione individuale dell’evento del quale si è stati testimoni diretti o indiretti, la memoria collettiva è legata alla comunicazione e alla sensibilità di coloro che se ne occupano e, anche per questo il prezioso documentario di Veltroni non necessitava di alcuna voce over di commento. Ben si capiva, infatti, nella cronologia ma, soprattutto, nella semplice indicazione che sottolineava quando la notizia era stata diffusa, come è cambiata negli anni la percezione della straordinarietà degli eventi che giustifica l’interruzione delle trasmissioni in corso. Nello scorrere delle cronache dei tempi, oggi storia comune, la comunicazione tv ha mostrato negli anni, una maggiore attenzione alle vicende estere, quasi in un lento e progressivo passaggio dal locale al globale, che segnava l’importanza di una informazione che tiene conto che “l’altrove” è in effetti vicino e ci coinvolge.
Molti fatti, soprattutto negli anni più recenti, forse sono stati omessi, ma le sequenze degli atti terroristici, delle stragi di mafia, degli stravolgimenti politici mondiali, dalla repressione della primavera di Praga, passando alla caduta del muro di Berlino, fino al momento in cui la bandiera rossa veniva ammainata dal Cremlino, davano anche la misura del cammino delle idee. Pensare alla rivolta degli studenti di Piazza Tienanmen e alla Cina di oggi anche in funzione della pandemia, così come ai disastri naturali che hanno sconvolto la nostra nazione, ha dato modo di riflettere su come l’informazione abbia contribuito a formare una nuova coscienza su temi come l’ambiente, la tutela della salute comune, la prevenzione. Non a caso, l’ultimo video del documentario era quello dei riti Pasquali celebrati dal Papa, solo, in una piazza San Pietro deserta, una immagine che, pur non rappresentando una “notizia straordinaria”, riassumeva il senso della straordinarietà di questo anno, una sorta di ossimoro della solitudine nella collettività dell’individuo.

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