L’idea è coinvolgente e ben realizzata, perché portare il palcoscenico nella prima serata del sabato di Raitre, cercando di dare voce ai lavoratori dello spettacolo che in questo ultimo anno sono stati fra i primi ad essere penalizzati, è certamente un merito. E “Ricomincio da Raitre”, spettacolo concepito come un vasto cartellone teatrale, del quale il regista messinese Massimo Romeo Piparo è direttore artistico e autore insieme con Stefano Massini, almeno nella prima puntata di sabato scorso ha aperto una bella finestra su molte produzioni italiane. Massini, la cui capacità affabulatoria è messa al servizio della conduzione, e Andrea Delogu hanno condotto il telespettatore in giro tra le molteplici forme dello spettacolo, dal ballo alla commedia musicale, dal teatro impegnato alla comicità d’autore. Un compendio sulle tante messe in scena dal vivo, che si sono dovute fermare dall’oggi al domani o di quelle produzioni che erano in cantiere e sono state interrotte lasciando senza occupazione non solo gli attori ma soprattutto quelle maestranze che lavorano dietro le quinte, interi settori artigianali che contribuiscono alla realizzazione delle produzioni. Il maggior pregio dello spettacolo è una scrittura che mette insieme artisti di talento con fluidità, ma di più, la sua riuscita è nell’aver dato l’idea di quanto il teatro e, più in generale, la cultura siano un’industria che mette in moto lavoro, capitali, pensieri, emozioni fruibili per tutti. Del resto, gli esempi del Teatro alla Scala e dell’Opera di Roma, le cui inaugurazioni sono state trasmesse in tv con grande riscontro di audience, dimostrano che il pubblico ha voglia di partecipare ad eventi di spessore culturale. Tuttavia, nonostante il nobile scopo, “Ricomincio da Raitre” ha dato voce – almeno nella prima delle quattro puntate previste – a produzioni di grande rilievo nazionale. Esistono, però, in giro per l’Italia una serie di compagnie che non godono della stessa fama ma che sono ugualmente meritevoli di attenzione, anche per le scelte dei testi o per i giovani attori che le animano e, a nostro modesto avviso, sarebbero quelle per le quali è necessaria una maggiore visibilità. Ci auguriamo, quindi, che a questi gruppi possa essere dato spazio nelle prossime puntate. La seconda osservazione, invece, è sulla mancanza del teatro in tv. Rai 5 spesso sopperisce a questa lacuna, ma si tratta pur sempre di una operazione “di nicchia”, che non riesce a creare una vera e propria affezione soprattutto nei più giovani.