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Il dovere della Memoria. Rigo per rigo, parola per parola

Tante pubblicazioni. Tornano i grandi classici del racconto della Shoah, ma ci sono anche novità importanti. Soprattutto per i più giovani

Un classico struggente. Una scena del film tratto da "Il bambino col pigiama a righe" di John Boyne

Abbiamo il dovere di ricordare gli orrori della Shoah e i milioni di morti che invocano Giustizia. Ricordare per noi stessi e per il sacrificio dei tanti che sono venuti prima di noi, per essere testimoni - seppur di seconda mano - del passaggio della Storia verso le generazioni che verranno, travolte dalle fake-news e da quell’odio razziale pervicace e mai realmente sopito (come dimostra la cronaca dei nostri giorni). Come ogni anno le case editrici concentrano in questi giorni numerose novità editoriali rivolte al pubblico per adulti e dei più giovani, spaziando fra grandi classici riletti e nuove produzioni, romanzi e memoir affinché la storia possa non ripetersi mai più.

Iniziamo con un romanzo per il pubblico più giovane, Una musica più forte delle bombe. La vera storia della giovane pianista che sfuggì al nazismo di Mona Golabek e Lee Cohen (Il Battello a Vapore), il racconto di una bambina prodigiosa che venne strappata alla famiglia e coronò il suo sogno facendo della musica un faro nella tempesta nel centro di accoglienza in cui crebbe, sola e lontana da casa. E ancora, Tana libera tutti. Sami Modiano, il bambino che tornò da Auschwitz, la vera storia di un sopravvissuto che aveva solo otto anni quando venne espulso da scuola. «Da quel giorno Sami smette di essere un bambino e diventa un ebreo» scrive Walter Veltroni che firma questo libro toccante edito da Feltrinelli (pp. 160, euro 13).

Infine, Simon Stranger inverte il punto di vista e ne Il solo modo per dirsi addio (Einaudi, pp. 336, euro 18,50) racconta la storia del figlio di un calzolaio che diventa un carnefice nazista. L’autore ripercorre i destini incrociati di cinque generazioni di una famiglia ebrea e di uno dei piú spietati criminali della storia norvegese, rilevando una storia troppo a lungo dimenticata.

Federico Baccomo firma Che cosa c’è da ridere (Mondadori) rivelando la vita del giovane comico Erich Adelman che sfidò il nazismo. Una romanzo che corre sul filo della tragedia in cui Baccomo – l’autore di “Peep Show” e “La gente che sta bene” – dopo un lungo lavoro di documentazione, racconta le sorti di coloro che usarono l’ingegno e l’arte per opporsi alla violenza barbara del regime nazista.

Spazio ai grandi classici con BUR Rizzoli che ripubblica proprio in questi giorni Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo, Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne, Solo una parola di Matteo Corradini e Quando Hitler rubò il coniglio rosa di Judith Kerr nella collana ad hoc BUR-memoria, mentre il trio d’autori Teresa Buongiorno, Eliana Canova e Lia Levi firma Vogliamo ricordare. Storie e parole per raccontare ai ragazzi gli orrori della Seconda Guerra Mondiale (Il Battello a Vapore, pp. 464, euro 16).

Si tratta di tre testi rivolti al pubblico più giovane per raccontare i bombardamenti su Roma del 1944, il dramma del campo di concentramento di Auschwitz e infine, Lia Levi che racconta il tema dell’odio razziale, per sensibilizzarci tutti su un problema ancora assai reale. Proprio Lia Levi – che per Trent’anni ha diretto il mensile “Shalom” e con Questa sera è già domani ha vinto il Premio Strega Giovani nel 2018 – torna in libreria con la nuova ristampa del classico Il giorno della memoria raccontato ai miei nipoti (Piemme, pp. 160, euro14), in cui racconta il significato del Giorno della Memoria, ripercorrendo la propria infanzia segnata dalle leggi razziali e dall’occupazione nazista. E ancora firma un nuovo romanzo, targato E/O, Ognuno accanto alla sua notte, che si svolge a Roma, nel periodo delle leggi razziali, raccontando tre vicende diverse ma collegate, in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco. Un libro emozionante e potente che riesce a coinvolgere e scuotere a fondo il lettore, narrando i lati oscuri e meno noti della situazione scatenata dalle leggi razziali e dalla deportazione degli ebrei romani.

Ancora, ecco La guerra di Franci (Rizzoli), un memoir potente firmato da Franci Rabinek Epstein, una donna perseguitata dal Nazismo che in seguitò riparò e si costruì una nuova vita in America. Il libro riporta le lancette indietro al ’39, quando Hitler invade la Cecoslovacchia. Franci Rabinek ha diciannove anni. È una giovane donna in una famiglia di ebrei non praticanti e nel ’42 viene deportata insieme al marito e ai genitori nel ghetto di Terezín, la cittadella fortificata dove sono segregati trentacinquemila ebrei. È la prima tappa di un viaggio di tre anni, che passerà per l’inferno di Auschwitz-Birkenau. Qui Franci riuscirà a mettersi in salvo e il racconto continua con la Liberazione, narrando per i nostri occhi la degradazione e le umiliazioni, la presenza ossessiva della morte. Per cinquant’anni questo memoir è rimasto chiuso in un cassetto e oggi, finalmente, viene pubblicato in tutto il mondo per volontà della figlia, la giornalista Helen Epstein.

Infine, chiudiamo questi consigli di lettura con In cammino. Poesie migranti (Mondadori, pp. 137, euro 16) di Michael Rosen, per mettere in versi l'infanzia trascorsa a Londra come figlio di emigrati ebrei polacchi, gli orrori dell'Olocausto, le cicatrici lasciate dall'odio viste attraverso gli occhi di chi si è salvato. Un’edizione pregiata, illustrata da Quentin Blake e tradotta da Roberto Piumini.

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