Venerdì 27 Dicembre 2024

Alberto Angela e il 2. volume della trilogia su Nerone: “L’inferno su Roma”. È sempre tempo di fake news

«La cancellazione di “Ulisse” è una fake-news, tesa ad alimentare polemiche inesistenti. RaiUno non ha alcuna intenzione di abbandonare la cultura in prima serata». Lo afferma il diretto interessato, Alberto Angela – paleontologo, scrittore, autore e conduttore di programmi tv di successo, fra cui proprio “Ulisse”. Difatti, lo scorso 12 maggio, il suo popolare programma di approfondimento storico è stato sostituito da una replica de “Il Commissario Montalbano”, alimentando voci incontrollate sul web. Per un attimo, il suo tono di voce cordiale, ha ceduto il posto ad un timbro più stizzito: «È stato uno slittamento, non una cancellazione, un rallentamento nella produzione dovuta all’emergenza Covid». E così, dal 27 maggio, Ulisse tornerà in onda con le ultime due puntate, «la prima dedicata a San Francesco e Santa Caterina, visti come santi e ragazzi dall’indole ribelle» e infine, si affronterà l’emergenza ambientale e la crisi climatica, e quest’ultima puntata, «ci sarà mio padre, Piero Angela al mio fianco (93enne, appena nominato Cavaliere di Gran Croce dal presidente Sergio Mattarella) che è entrato 70 anni or sono alla Rai e ancora oggi è pienamente in grado di occupare la prima serata». Ma proprio le fake-news sono state il filo conduttore del lancio stampa del secondo volume della trilogia sull’imperatore Nerone - “L’inferno su Roma. Il grande incendio che distrusse la città di Nerone – tramite una gremitissima conferenza stampa online. Nato a Parigi nel 1962 - dopo il successo ottenuto con il primo volume, “L’ultimo giorno di Roma. Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio” e la versione podcast del romanzo storico “Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità” (disponibile sulla piattaforma Audible) - Alberto Angela rilancia la posta, deciso a far piazza pulita delle menzogne storiche che ruotano attorno al Grande Incendio scoppiato il 18 luglio 64 d.C. che rase al suolo l’Urbe. «Colpa di Nerone? È un falso storico, una clamorosa fake-news. L’imperatore Nerone era ad Anzio in quei giorni, ci sono fonti inoppugnabili che lo dimostrano». Ma chi era davvero Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico? Perché sull’imperatore di Roma «abbiamo sempre letto parole di sdegno e riprovazione?». Nelle sue vene, figlio di Agrippina minore, scorreva il sangue imperiale ma sino a oggi erano molto nebulosi gli anni che lo videro al potere, lasciando spazio a fandonie. Una grave lacuna che viene colmata proprio da Alberto Angela: «Nerone divenne padrone del mondo a 17 anni, ci pensate? Per 5 anni ebbe al suo fianco Seneca, dopodiché le cose precipitarono, sino al martirio dei cristiani e la follia. Ma – chiarisce l’autore – mentre Augusto e gli altri, hanno sempre avuto autori di propaganda, di Nerone non sappiamo nulla. Personalmente, lo immagino come un ribelle, un giovane uomo affascinato dalla musica che suonava la cetra e dalla velocità che si lanciava in corse sulle quadrighe, finché uscì di senno». La trilogia – c’è ancora un gran riserbo sul titolo del terzo libro che sarà interamente dedicato proprio a Nerone, «forse il personaggio storico più trattato, dopo Gesù Cristo» - ha il grande merito di mescolare un tono romanzato - seguendo le mosse dei vigili del fuoco del tempo, compresi Vindex e Saturninus, protagonisti nel primo volume - a una documentazione molto ampia ed approfondita. Il risultato «è un testo che si avvale dei cinque sensi per diradare le nebbie, raccontando il rapporto fra l’imperatore e la sua città che era quasi interamente di legno, abitata da oltre un milione di persone, urbanizzata in modo caotico. Questo libro – prosegue Angela - è come un viaggio su un pianeta lontano, la mia missione su Marte». Ma cosa accadde davvero il 18 luglio d.C.? Oggi sappiamo che l’incendio nacque in una delle arcate del Circo Massimo - «immagino una lucerna che cade per terra e la prima fiamma che, proprio come una belva, divora papiri, alimentandosi in una serata caldissima» - e per ricostruirlo ha studiato le dinamiche degli incendi che distrussero Londra e Dresda. Ma un ruolo fondamentale è stato giocato dal meteo: «Grazie agli studi di un team di meteorologi, sappiamo che è stato il vento di Libeccio a nutrire le fiamme. Roma era spesso soggetto a incendi ma per nove giorni, dal 18 luglio, soffiò questo vento killer». E quando le fiamme vennero estinte, rimasero migliaia di vittime e una montagna di polemiche. «Per contrastare le fake news sul proprio conto che presero piede rapidamente – prosegue l’autore - Nerone puntò il dito contro la giovane comunità cristiana, il capro espiatorio perfetto su cui indirizzare l’odio della gente». Ma l’incendio è così importante proprio perché si rivela uno spartiacque per la storia dell’Urbe: «dopo la distruzione, Nerone ordinò la costruzione dell’imponente Domus Aurea, un’area gigante con un lago artificiale per celebrare la propria grandezza». Successivamente, sarà Vespasiano ad aprirla alla gente e lì dove c’era lo specchio d’acqua, nascerà il Colosseo: «Senza l’incendio, avremmo avuto il Colosseo? E dove sarebbe stato collocato?». Allo stesso modo, le feroci persecuzioni contro i cristiani, portarono all’uccisione di Pietro e successivamente, alla costruzione della Basilica, lì dove sarebbe stata dipinta la Cappella Sistina: «Questo incendio è così importante perché ha stravolto l’aspetto della capitale del mondo, ma nessun turista lo sa. Ecco perché ho scritto questo libro – rivela l’autore - perché avrei sempre voluto leggere un testo che raccontasse davvero come sono andate le cose, senza menzogne».

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