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Gianluca Jodice racconta a Taormina il dramma de "Il cattivo poeta"

Sergio Castellitto interpreta Gabriele D'annunzio

Immancabile in un festival della ripartenza uno dei primi film proiettati in sala dopo la riapertura, che ha sbancato al botteghino già dal primo giorno di programmazione. Il regista napoletano Gianluca Jodice approda nella Perla dello Jonio col suo “Il cattivo poeta”, forte di un meritato successo, oltre ogni previsione, per incassi e critica. Incentrato sulla figura di Gabriele D'Annunzio (Sergio Castellitto), girato al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, il film era atteso per novembre, ma il lockdown ne ha bloccato l'uscita fino a maggio.

Grande soddisfazione da parte del regista: «Questa risposta così immediata e forte di pubblico, contestualizzando l'uscita pre-estiva di una complessa opera prima, dopo la pandemia, è stato un risultato al di là delle più rosee aspettative. Mi interessava che il film piacesse anche a pochi spettatori che lo avessero visto, come opera di nicchia, e invece si è aperta una platea inaspettata come numeri alti per un film del genere». Jodice ci ha svelato alcuni step della gestazione dell'opera, sottolineando l'importanza delle riprese nei luoghi originali: «Quando fu pronta la sceneggiatura il produttore Matteo Rovere mi disse che l'ultimo ostacolo sarebbe stato girare al Vittoriale, un luogo storico e impraticabile, costoso e difficile da riprodurre in studio. Ma al di là della bellezza e del significato è un luogo imprescindibile se si vuole raccontare un personaggio come D'Annunzio. Nel cinema, più importante è l'ambientazione, più profondo deve essere lo sforzo nel capire come renderla. Andare a filmare un luogo bello in maniera naif e senza strutturare il pensiero della messa in scena rischia di portare a risultati banali, al tipico stile da spot pubblicitario».

Il film racconta da una prospettiva inedita l'ultimo periodo di D'Annunzio, quando il Vate diventò scomodo al regime fascista per atteggiamenti ritenuti non consoni al partito e ai suoi rapporti con la Germania di Hitler. «La suggestione che mi eccitava, che mi divertiva - continua il regista - era raccontare il crepuscolo e la morte di questo poeta nazionale che andava in parallelo col declino e l'inabissarsi di un'intera nazione verso la Seconda Guerra Mondale. Questo binario parallelo era particolarmente significativo e drammatico: lo spegnersi della vita del cantore e delle bellezze delle gesta dell'Italia, coerenti con una situazione collettiva molto drammatica».

Nel cast de “Il cattivo poeta” anche l'attore messinese Daniele Gonciaruk, nei panni di un docente antifascista. Un ruolo piccolo ma significativo. «Il suo è l'unico momento dove si mostra un'opposizione in una storia che si svolge all'interno del regime. È un ruolo per cui abbiamo fatto molti provini e sul set Daniele è stato subito efficace e bravo. Dalla sua performance emerge la sua forte base teatrale».

Dopo il successo del film, ancor più significato acquista il Premio Enit, che il regista riceverà nella serata finale di domani. Intanto ieri Jodice ha partecipato all'evento collaterale “Cinema e Turismo”, promosso proprio da Enit - Agenzia Nazionale del Turismo per affrontare le diverse sfaccettature del rapporto tra cinema e territorio.

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