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Addio a Giorgio Lopez, “voce” di De Vito e Hoffman

Morto uno dei più famosi doppiatori italiani, aveva 74 anni

Era l’inconfondibile voce italiana di Danny DeVito e Pat Morita, il mitico Maestro Miyagi di “Karate Kid”, ed era stato il successore di Ferruccio Amendola nel doppiaggio di Dustin Hoffman. Giorgio Lopez, fratello maggiore di Massimo, professionista del leggìo tra i più stimati in Italia, si è spento a Roma, a 74 anni. Il 27 luglio scorso aveva pubblicato un ultimo post su Facebook in cui svelava di essere affetto da una serie di patologie, senza entrare nello specifico, e rammaricandosi per non essere riuscito a fare il vaccino anti-Covid.

La carriera

Nato a Napoli, diplomato alla Silvio D’Amico, aveva lavorato in teatro con grandi registi, tra cui Squarzina, Pugliese e Calenda, non abbandonando mai il palcoscenico – aveva anche diretto diversi spettacoli – ma dando sempre priorità al lavoro in sala doppiaggio. Per molti anni nel Gruppo Trenta della famiglia Izzo, Lopez aveva dato voce a Danny DeVito in quasi tutti i film, da ”Palle d’acciaio” a “Jumanji: The Next Level” passando per “I gemelli”, “Batman – Il ritorno” e  “Anything Else”. Ma nel corso della sua carriera aveva anche doppiato interpreti del calibro di John Cleese in “Un pesce di nome Wanda” e “La pantera rosa 2”, Ian Holm in “Greystoke – La leggenda di Tarzan”, John Hurt nella saghe di “Harry Potter” e “Hellboy” e, infine, Bob Hoskins in “Sweet Liberty” e “La fiera della vanità”. Dopo “Sesso e potere” e “Sleepers” era diventato il doppiatore ufficiale di Hoffman.

Il suo lavoro più amato in ambito televisivo è stato il doppiaggio del sardonico maggiordomo Jeffrey, interpretato da Joseph Marcell in “Willy – Il principe di Bel Air”, mentre nell’animazione era stato narratore di “Alla ricerca della valle incantata”, e voce del Sindaco in “Nightmare before Christimas”. Per la Disney aveva doppiato il Genio in “Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta” e Kekata in “Pocahontas”, diventando voce di Paperone dalla metà degli anni ‘90.  Indimenticabile anche il lavoro su Baby Herman, lo sboccato neonato a cartone animato del film cult “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.  Sua ultima fatica il doppiaggio di Wallace Shawn in “Rifkin’s Festival” di Woody Allen.

Poche le apparizioni in cinema e tv, tra cui il film “Mezzo destro, mezzo sinistro” e le fiction “Don Matteo” e “Professione Fantasma”, al fianco del fratello Massimo, cui era legato da profonda complicità anche sul lavoro. Insegnante di doppiaggio, è stato anche direttore e dialoghista di film e serie, tra cui “Mio cugino Vincenzo”, “A casa con i tuoi”, “Futurama”.

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