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Il nuovo thriller di Jeffery Deaver: la vittima? È la verità L'INTERVISTA

Parla l’autore di bestseller Jeffery Deaver, tornato in libreria con un nuovo thriller

«Mi preoccupa il peso che le fake news esercitano su tutti noi, l’integrità del giornalismo è messa in crisi». Firmato Jeffery Deaver, autore da oltre 50 milioni di copie, pubblicato in 150 Paesi e tradotto in 25 lingue, in libreria con “Il visitatore notturno”, un’anteprima mondiale firmata Rizzoli e tradotta da Rosa Prencipe (in America uscirà il 30 novembre).

È la quindicesima avventura del suo più celebre eroe, il detective paraplegico Lincoln Rhyme (giù approdato sul grande schermo interpretato da Denzel Washington e più recentemente, al centro di una serie tv conclusasi dopo la prima stagione) «che stavolta dovrà vedersela con il Fabbro, un nuovo acerrimo nemico fra le strade di New York», racconta lo scrittore in diretta su Zoom.

Come sempre, al fianco di Rhyme c’è la detective Amelia Sachs (al cinema era Angelina Jolie) impegnata in un’adrenalinica caccia all’uomo fra colpi di scena rocamboleschi. Una pagina dopo l’altra, Deaver cambia passo e il vero tema del nuovo libro si rivela assai spinoso: «Il web diffonde bugie, c’è chi non crede ai vaccini e intanto l’America si sta spaccando mentre la destra antagonista guadagna consensi» e infine, sul clima da politicamente corretto, chiarisce: «Ho la tentazione di prendermi qualche libertà creativa ma non posso rischiare di offendere i miei lettori. Leggere un mio romanzo dev’essere un’esperienza di puro piacere».

Quindicesima avventura per Rhyme-Sachs. Ricorda ancora la prima scintilla?

«Amo creare eroi unici. Ero stanco di storie su spie e supereroi, poliziotti alcolizzati e audaci detective dilettanti. Volevo un eroe che fosse costretto a superare il cattivo con l’ingegno, senza dovergli necessariamente sparare. Lincoln Rhyme è nato come un moderno Sherlock Holmes: un genio che cattura i criminali direttamente da casa sua. Ma volevo anche un po' d'azione, per questo motivo ho creato Amelia, la sua audace compagna, e quando rifletto se sia il caso di dividerli, credo che i miei lettori, per primi, non sarebbero d’accordo».

E il Fabbro? L'idea che nessun lucchetto sia abbastanza sicuro è davvero spaventosa…

«Il mio unico obiettivo è quello di tenere svegli i miei lettori tutta la notte, creando storie da leggere tutto d’un fiato. Non mi emoziona scrivere horror, non credo nei fantasmi e negli zombie, piuttosto preferisco creare situazioni spaventose ma reali, come un cattivo in grado di intrufolarsi in casa nostra dopo che siamo andati a dormire, superando qualsiasi serratura».

Dica la verità, si è messo all’opera con i tutorial online per imparare a scassinare?

«Lo ammetto, ho provato a forzare alcune serrature ma non sono un granché. Preferisco scrivere. Lo faccio per dieci ore al giorno per essere all’altezza di quello standard che cerco sin dal primo libro».

Ne “Il visitatore notturno” affronta il peso dei media e la democrazia digitale. Perché?

«Volevo che questo fosse un libro dai colpi di scena continui, ma sono certo che tutti i libri abbiano bisogno di una maggiore profondità, sollevando temi e domande scomode, consegnandole ai miei lettori, affrontando il tema della privacy online, come ne “La luna storta”, il mio preferito di tutta la serie. Le piattaforme di condivisione video online hanno una crescente e spesso nociva influenza sulle nostre vite. In rete c’è di tutto, dalle esecuzioni ai combattimenti di strada, e ciò può essere molto pericoloso, siamo decisamente sovraesposti, al punto che chi modera i blog e decide se censurare o meno un video, ha un potere reale sulle nostre vite, sulla percezione della realtà. Era ora di parlarne apertamente e aprire gli occhi».

A tal proposito, ha creato Verum, un anonimo blogger che posta video e parla del Deep State. Le fake news sono un pericolo sempre più reale?

«Il vero tema di questo libro è proprio la quotidiana erosione dell'integrità del concetto di verità nel giornalismo, l’incapacità di distinguere una vera fonte giornalistica dal pettegolezzo o, peggio, dalla calunnia. Verum è una versione romanzata di molti individui che raccontano bugie e mezze verità, pubblicandole come "notizie". In America, lo avete visto, c’è chi crede che i vaccini facciano male o che il governo sia gestito da una enclave di potere giudaico-cristiana. È sorprendente, è scoraggiante che le persone credano a queste sciocchezze, ma dicono di farlo perché lo hanno visto online, quindi deve essere vero. Con l’amministrazione precedente, le sciocchezze disseminate fra le notizie reali erano all’ordine del giorno e hanno creato grossi guai. Di queste cose bisogna parlarne, ne sono convinto».

Il prossimo mese “Il visitatore notturno” uscirà nelle librerie americane. Che accoglienza si aspetta?

«Bella domanda, sono curioso anch’io!».

Nel frattempo, il presidente Joe Biden è in calo nei sondaggi dopo il ritiro dall’Afghanistan. Cosa ne pensa?

«Era tempo per noi di lasciare l'Afghanistan; eravamo lì, ovviamente, solo in risposta all'attacco di Al Qaeda agli Stati Uniti, avvenuto 20 anni fa. Ma le ragioni per rimanere erano scomparse e oggi possiamo combattere il terrorismo in un modo diverso, senza un gran numero di truppe sul campo. Ma lo biasimo per la strategia di uscita finale».

Perché?

«Avremmo dovuto lavorare per dei mesi per far uscire dal paese in modo sicuro i cooperanti e gli alleati afgani. E, aggiungo, sono scettico sul fatto che i talebani rimangano fedeli all’apertura politica che oggi professano».

E l’America, ha cambiato volto?

«Il cambiamento che mi preoccupa davvero è la terribile divisione all'interno del Paese. Mi riferisco all’ascesa della destra, sempre più nazionalista e intollerante. Oggi sembra che esistano due nazioni contrapposte sotto la stessa bandiera. Pensateci, non è passato tanto tempo, in termini storici, da quando abbiamo combattuto la guerra civile, durante la quale sono morte più di mezzo milione di persone. Non credo che stiamo andando di nuovo in quella direzione, ma non posso esserne certo. Diciamo che spero sempre nel meglio per il mio Paese».

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