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Honolulu, Star in the star e Voglio essere un mago. Chi vince? Il telecomando!

Su tre novità su diverse reti, non se ne salva nessuna nel senso letterale del termine.

Vorremmo parteciparvi la nostra costernazione per la carenza di trasmissioni che suscitino in noi il desiderio di una bella, lunga e articolata critica perché, al momento, ciò che stiamo vedendo non merita che poche righe di desolato commento. Su tre novità su diverse reti, Honolulu, Star in the star e Voglio essere un mago, non se ne salva nessuna nel senso letterale del termine.

Cominciando dall'ultima, Voglio essere un mago - che non a caso, a breve verrà soppressa - chi ha partorito l'idea ha tratto ispirazione dalla scatola del gioco “il piccolo mago”, che conteneva una corda, un mazzo di carte, un fazzoletto, un tubo col doppiofondo e un libretto delle istruzioni illustrate di 100 pagine. Un talent per aspiranti giovani illusionisti è, infatti, già di per sé illusorio. Il trend doveva essere quello de Il Collegio, il cui successo delle ultime stagioni era stato confortante per Raidue, ma la ridicola l'ambientazione in stile Harry Potter e la vacuità del tema hanno affossato qualsiasi velleità. Abbiamo visto più festicciole fra adolescenti che giochi di prestigio riusciti.

Di Honolulu, trasmissione di Italia 1 per comici/cabarettisti condotta da Fatima Trotta e Francesco Mandelli, per prima cosa si nota che il nome è scelto a caso, visto che non c'è neanche un richiamo hawaiano. Potevano chiamarla, per esempio, Colorado o Made in Sud, visto che la presentatrice è la stessa, e nessuno si sarebbe accorto di niente. Per cui, potevamo mai parlarvi diffusamente di un programma nuovo assemblato con vecchie trasmissioni, in cui le solite miscellanee di comici, la ripetitività delle gag, l'apparente richiamo all'attualità social e covid, vorrebbero essere attraenti? L'unica attrazione fatale è quella di pigiare un altro tasto del telecomando.

Abbiamo lasciato per ultima Star in the star, che voleva essere la risposta di Canale 5 a Il cantante mascherato e a Tale e quale show, ma si è rivelata la sagra dell'abbrutimento delle canzoni e dell'abbruttimento dei cantanti. Ilary Blasi, la cui schiettezza è nota, ormai si trascina stancamente per contratto fingendo meraviglia ed entusiasmo, ma sotto sotto si capisce che l'unica cosa che le sta veramente a cuore è sostituire il tacco 12 con la pantofola e forse per questo motivo il programma è stato decurtato di ben due puntate. Non a caso Piersilvio Berlusconi aveva lamentato una non conformità contrattuale nei confronti della casa di produzione.

Quanto ai cantanti seppelliti sotto maschere e trucchi veramente pessimi a vedersi, ci spiace molto per loro, dopo questa esperienza avranno bisogno di sostegno psicologico.

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