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"La meridiana" della maestra del gotico Shirley Jackson, capolavoro riscoperto

L'autrice americana tradotta da Silvia Pareschi e pubblicata da Adelphi

Shirley Jackson. "La meridiana" (Adelphi, pagine 251, euro 19)

Mrs. Halloran ha buttato giù dalle scale suo figlio, Lionel, solo per tenersi stretta la villa di famiglia. Sua nipote Fancy l’ha vista ma ci si può fidare dei suoi occhi birbanti? Comincia così, entrando subito nel vivo della narrazione, “La meridiana”, il romanzo di Shirley Jackson– sino a oggi inedito per i lettori italiani – appena pubblicato dalla casa editrice Adelphi, che pazientemente ne ha guidato la riscoperta, sino alla recente esplosione di gradimento.

La realizzazione di due serie tv su Netflix – “Hill House” e “The Haunting of Bly Manor”, ispirate dal suo capolavoro, “L'incubo di Hill House” – sono il segnale di un grande interesse per la narratrice americana, maestra del gotico, colei che Stephen King considera la sua prima fonte di ispirazione per la capacità innata di saper mescolare il soprannaturale alla vita ordinaria, seminando sospetti e suspense fra le mura domestiche, fra presenze demoniache e familiari preda di istinti maligni.
Sì, la lettura perfetta per questi giorni fra Halloween e le festività in memoria dei defunti è proprio “La meridiana”, un elegante gioiellino nella bella traduzione di Silvia Pareschi.

Una selva di parenti e personaggi si affolla sulla pagina e Jackson sfoggia un prezioso umorismo british che ben si accoppia con la prosa che evoca le tinte fosche di Henry James e le commedie di Evelyn Waugh. Una nebbia fitta e improvvisa avvolge la villa di famiglia e zia Fanny, in una sorta di delirio mistico, sente la voce del defunto padre recarle un messaggio: l’Apocalisse incombe e solo chi si trova nella villa sarà al sicuro. La profezia lascia di sasso mrs. Olgive, la governante, Essex, il bibliotecario, Fancy e sua madre mentre mrs. Halloran, la padrona di casa che ha sposato l'erede Richard, «per i soldi e per la casa», la disprezza apertamente, dicendo che è «posseduta dallo spirito del liquore».

Intanto, nella sfarzosa villa – in cui si dovrebbe piangere il defunto Lionel, padre di Fancy – irrompe la chiassosa mrs. Willow con le due figlie, in cerca di marito e dall’indole fin troppo allegra. Tutti salvi e al sicuro, dunque, mentre la pressione aumenta e i battibecchi deliziano il lettore ma, ovviamente, la notizia giunge in paese e una delegazione di Veri Credenti, sposando l’idea apocalittica, chiede il consenso per far atterrare nel parco della villa – fra le siepi incolte e il delizioso giardino pieno di marmi – l’astronave con la quale gli alieni, certamente, verranno a salvarli. Pagina dopo pagina si diffonde un clima di euforia, tutti pronti all’arrivo di una nuova vita, benedetta dai calici di champagne, oscillando fra snobismo e humour, passione e follia.

Se “La lotteria” è stato il suo capolavoro horror, scrivendo “La meridiana”, Jackson si dev’essere parecchio divertita, prendendo di mira i costumi bigotti e puritani della società americana, fra nuovi ricchi e quella ottusa nobiltà che sapeva solo rinchiudersi nelle sue polverose magioni, provando a chiudere fuori tutto il mondo, sino all’ultimo respiro.

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