E sarebbe bello che la Napoli della camorra, dei malamente, dei boss e delle vite a perdere venisse salvata dai bambini. Con un grande flashmob e canti e urla di festa come un inno d’amore che dalla piazza coinvolgesse tutti i vicoli, le strade e i quartieri della città finalmente libera. Lo raccontano, lo sognano, con il potere trascinante della parola, due registi, due scrittori per teatro, cinema e televisione, autori del film “L’Immortale”, Marco D’Amore (attore protagonista nella serie tv di culto Sky Gomorra, di cui dal 2018 è pure regista e nella quale avrà un posto anche nell’ultima stagione, la quinta, in arrivo il 19 novembre) e Francesco Ghiaccio che a quattro mani hanno scritto “Vesuvio” (DEA edizioni), una sorta di fiaba di Natale che a leggerla riscalda il cuore.
Il racconto
Federico e Susy sono due tredicenni belli e guerrieri, entrambi figli di boss in guerra per il possesso di Napoli, tra spaccio, omicidi e violenze quotidiani. Liberi e sfrontati come sono, i due ragazzi non sanno di amarsi e credono di odiarsi, perché l’odio e la pretesa del “rispetto” è quel che hanno imparato dalla rispettive famiglie. Perciò si affrontano ogni giorno per i vicoli di Napoli tra folli corse in motorino, l’adrenalina a mille e muscoli in mostra, e con le rispettive bande, Federico, detto “’o Vesuvio”, con i suoi amici Gennarino ’o Professore, Peppe ’a Purpetta e Mimmo detto Hackèr, e Assunta, detta “Susy” con le sue Sirene, con le quali inventa creativi sound rap. Ma un giorno in cui la loro piccola guerra di adolescenti diventa pretesto per gli adulti di marchiarli per sempre con un destino cattivo che sembra ineluttabile, avviene qualcosa di tremendo e di incredibile. Federico e Susy si ritrovano, così, in bilico tra il bene e il male, sono metà cattivi e metà buoni, lui intelligente e coraggioso, lei cantante in erba talentuosa. Basta poco per avvitarsi alla parte cattiva, e del resto a fare il bene, a comportarsi bene, devono imparare. E quanto è difficile! Ma forse, liberarsi da certi “obblighi”, e da tutte quelle volgarità da camorra, poter vivere una vita “normale” è possibile sperarlo, specialmente sotto Natale, quando sembra che tutti i sogni possano avverarsi.
Sarebbe una bomba, una bomba di pace e pure il Vesuvio tremebondo magari potrebbe guardare dall’alto e sbuffare una nuvoletta bianca in segno di pace.
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