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"Nella polvere" con Lawrence Osborne: dove andremo a cercare il perdono?

E' solo apparentemente un romanzo corale: anche se sono diversi i personaggi con cui deve fare i conti l’attenzione del lettore, è uno solo il vero protagonista

Il nuovo libro di Lawrence Osborne – “Nella polvere”, (Adelphi) – è solo apparentemente un romanzo corale: anche se sono diversi i personaggi con cui deve fare i conti l’attenzione del lettore, è uno solo il vero protagonista. In effetti il libro – ben tradotto da Mariagrazia Gini – ha un altro titolo nell’originale: il più corrosivo “The Forgiven” (Il perdonato). Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla trama. Dally e Richard, danarosa coppia gay (formata da un americano e un inglese), nella loro vasta proprietà, con villa monumentale e vari possedimenti rurali, nel deserto del Marocco, organizzano ogni anno una festa di tre giorni dove tutto è permesso. Ospiti a centinaia, fra cui anche David e Jo, marito e moglie londinesi. Osborne ce li descrive mentre, per la verità piuttosto controvoglia, si stanno recando alla festa. A bordo di un’auto corrono nel deserto immerso nell’oscurità della notte, stanno litigando e David ha bevuto. All’improvviso, due ragazzi si affacciano sulla strada, quasi sicuramente con l’intenzione di derubarli, David ne investe uno e lo uccide. L’altro fugge.

È così che, più confusi che spaventati, David e Jo prendono la decisione di caricare il cadavere del giovane nel portabagagli e di ripartire verso la festa. Una plumbea e tragica atmosfera avvolge la scena dell’arrivo del cadavere sistemato nel bagagliaio, davanti alla servitù e ai padroni di casa. Ma la festa va avanti, nonostante la notizia si vada diffondendo. I padroni di casa chiamano la polizia, che si rivela conciliante fin da subito. Mentre molto meno lo sono i parenti del ragazzo morto. Banchetti, cocaina, gente che nuota nuda nell’immensa piscina: Osborne non lesina particolari per rendere lo scenario agghiacciante.

Sembra la scenografia tirata fuori da un film di Sorrentino. Perché protagonista è la scandalosa decadenza che provoca i tanti servitori marocchini che provano nei confronti degli ospiti occidentali disprezzo e invidia nello stesso tempo. Ma in realtà non è lo scontro di valori il vero tema del libro. Al centro della storia grottesca e spaventosa e truce di Osborne c’è soprattutto una coppia, Jo e David. David è un medico dell’high society di Chelsea che sta perdendo i pazienti, forse perché è alcolizzato o forse conseguentemente solo per negligenza, che gli ha fatto recentemente perdere una causa. La moglie Jo prova nei suoi confronti sentimenti contrastanti: lo stima per molti aspetti, ma nel contempo prova sorpresa nello scoprire quanto comincia a detestarlo per come sta diventando sotto i suoi occhi fuori controllo.

Ma il vero nodo impossibile da sciogliere di questo bellissimo romanzo è legato alla famiglia del giovane marocchino nel momento in cui chiede a David di recarsi ai margini del Sahara per assistere alla sepoltura e compiere il rito di espiazione. Richard e Dally – i due ospiti – sono ansiosi di riprendere la festa, non sono interessati a nient’altro. Jo vorrebbe seguire David nel Sahara ma lui non lo permette. E così, nel corso d’una lunga notte alcolica, sarà proprio lei a scoprire che la sua vita è cambiata.

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