Incrociare linguaggi e poetiche per «riprendere e dare parola» alle donne, riflettendo sulle dinamiche di potere che ancora schiacciano il mondo femminile: è questo il filo conduttore della seconda edizione di “Visionarie. Donne tra cinema, televisione e racconto”, la rassegna ideata e diretta da Giuliana Aliberti, che si svolgerà a Roma a Palazzo Merulana il 28 e il 29 gennaio. Forte di un debutto che nel 2019 ha registrato oltre 1000 presenze in meno di tre giorni, la rassegna, promossa dall'Associazione Palazzo Merulana, dopo la pausa forzata nel 2020 per la pandemia in questa seconda edizione in programma all'inizio del nuovo anno affronterà nuove sfide, in un impegno sempre più concreto nel contrasto alle discriminazioni di genere: disparità di trattamento, mobbing e a volte molestie che purtroppo sono presenti anche in un settore (creativo e quindi libero) come quello dell'audiovisivo, nel quale le donne ancora non hanno le stesse opportunità degli uomini. Nei due giorni, diverse saranno le occasioni di approfondimento, tra proiezioni, conferenze, workshop e incontri con scrittrici e sceneggiatrici, attrici, registe e produttrici (tra le ospiti attese anche Dacia Maraini e Liliana Cavani, che con Jane Campion, Luciana Castellina e Shirin Neshat compongono il Comitato d'Onore del 2022), accanto a studenti delle scuole di cinema. Tra le iniziative principali anche la raccolta fondi “il mondo del cinema e dell'audiovisivo per il diritto allo studio delle bambine, per le artiste e gli artisti afghani”, campagna realizzata tramite Arcs - Arci Culture Solidali Aps già attiva e lanciata ieri mattina durante la presentazione della rassegna, «per dare il nostro contributo proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre», ha specificato la direttrice artistica Giuliana Aliberti. Sul tema della condizione delle donne afghane si tornerà di nuovo a gennaio, nell'ambito di due specifici appuntamenti: il dibattito a cui parteciperanno tra gli altri Mara Matta, docente associata di Studi del Sud Asia e presidente del corso di laurea in Global Humanities dell'Università La Sapienza, e Nazir Rahguzar, richiedente asilo, pittore, musicista e professore delle “ragazze di Herat” che sono state iscritte proprio al corso Global Humanities e che stanno per arrivare in questi giorni a Roma, e il panel “Re-sister, sorelle nella resistenza, storie di artiste afghane”, con la presenza di Sahraa Karimi, cineasta afghana Visiting Professor del Centro Sperimentale di Cinematografia che si confronterà con la regista Costanza Quatriglio, direttrice artistica del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo. Accanto alla prospettiva internazionale, non mancherà lo sguardo sul contesto italiano, per comprendere non solo come il “genere” possa influenzare la narrazione delle storie ma soprattutto per provare a combattere quelle dinamiche di potere che costringono le donne sempre un passo indietro, quando non sottomesse, rispetto agli uomini: Giuliana Aliberti presenterà la "Carta di comportamento etico per l'audiovisivo", un codice condiviso che potrebbe dimostrarsi utile per eliminare le differenze di genere negli ambienti di lavoro, assieme a Domizia De Rosa, presidente di Wiftmi-Women in Film, Television & Media Italia, e Marina Marzotto, presidente di Agici - Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti; altro tema caldo che sarà affrontato è quello legato alle differenze salariali, con le donne che abitualmente sono pagate con stipendi più bassi di quelli dei colleghi maschi, nel panel “Gender pay gap” con Riccardo Tozzi di Cattleya.