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Il Sud protagonista della Resistenza e dell'altro Dopoguerra

La monografia di Mario Avagliano e Marco Palmieri

E Messina risorse dopo la tragedia della guerra

«Tutti correvano incontro alla speranza della fame finita, della paura finita, della guerra finita, incontro alla miserabile e meravigliosa speranza della guerra perduta. Tutti fuggivano l’Italia, andavano incontro all’Italia». Questo folgorante brano di Curzio Malaparte condensa il senso profondo della monografia pubblicata per le edizioni de Il Mulino di Bologna dal titolo “Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile”.

Ne sono autori Mario Avagliano e Marco Palmieri, giornalisti e storici, autori di importanti saggi sulla nostra storia contemporanea: Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 e Il partigiano Montezemolo, il primo; Gli italiani e la guerra d’Etiopia, il secondo. Insieme hanno scritto cinque libri storici, tra cui Gli italiani nell’anno della svolta, che si è aggiudicato il “Premio Fiuggi” 2018.

Tredici capitoli cadenzano questa monografia sull’“altro dopoguerra”, quello vissuto dal luglio 1943 al maggio 1945, uno studio articolato e dettagliato che racconta, evoca, descrive tappa su tappa questa nostra epopea nazionale, soffermandosi tra le pieghe del Sud liberato, tra luci e tante ombre, intrecciando con uno stile sempre scorrevole - tra alta divulgazione e stile letterario, tra grande storia e illuminante microstoria- storia sociale, economica, politica, costume, antropologia culturale. Gli apparati bibliografici ricchissimi mostrano la cura e l’approfondimento che gli autori hanno posto in questa ricerca, che rappresenterà un punto di riferimento per gli studiosi del nostro Novecento.

Le fonti sono state reperite in una trentina di archivi, italiani e stranieri, tra cui l’Allied Control Commission, l’Allied Censor Controll Office, l’Allied Military Government.

Il tutto unito a lettere, diari, corrispondenza censurata. Ecco via via scorrere, tra le pagine corpose e incisive del saggio, lo sbarco in Sicilia e il 25 luglio, l’armistizio e la battaglia per Roma, lo sbarco a Salerno e in Puglia e la battaglia per Napoli, la ritirata tedesca «tra stragi e rivolte», la liberazione della Sicilia, con lo Stretto protagonista: «I traghetti italiani sono strapieni- annotava nel suo diario da Messina il 14 agosto il geniere scelto Dino Delfrate - e c’è un numero inverosimile di soldati e armi da traghettare». Da Messina e Taormina partivano il ferryboat “Villa San Giovanni” e una piccola lotta di motozattere e battelli «di ogni tipo». Poi, ancora, la rivolta di Napoli e la Resistenza al Sud, ricca di pagine da riscoprire.

Gli studiosi si soffermano sul rapporto, davvero complesso, tra la popolazione locale e gli Alleati, i liberatori accolti entusiasticamente in prima battuta («sigarette, caramelle, cioccolato e pane bianco caratterizzano la prima presa di contatto con gli Alleati e hanno la stessa potenza di comunicazione dei mezzi militari con i quali stanno mettendo in fuga i tedeschi»), ma con cui il rapporto fu «contrastato».

«Ammirati e imitati per i loro usi e costumi, spregiudicati e libertini, disprezzati per gli atteggiamenti che sfociano in eccessi umilianti e fastidiosi», si mette in evidenza. Il capitolo dal titolo “Sciuscià, signorine, stupri e spose di guerra” analizza questa pagina dolorosa (tra «marocchinate», prostituzione, banditismo, criminalità), insieme alle tensioni sociali e politiche del dopoguerra, alla nascita del movimento indipendentista siciliano, a pagine rare, da approfondire, come il «fascismo clandestino» (con gruppi segnalati anche a Messina e Capo d’Orlando).

Infine, il capitolo dedicato alla stampa libera (ricordiamo il ruolo del “Notiziario” di Messina), alle radio libere (il caso di Radio Sardegna, dove operò un giovane Jader Jacobelli, futuro direttore di “Tribuna Politica”) al teatro, al cinema e alla musica, alla censura e alla rinascita di forme espressive e culturali che hanno spalancato le porte della vera democrazia, col Sud, nonostante tutto, protagonista, e spesso in anticipo sui tempi.

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