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Muore a 73 anni lo stilista Thierry Mugler, profeta della donna futurista

Su Facebook l'annuncio del suo agente

Thierry Mugler

Se n'è andato un altro grande della Moda: Thierry Mugler, lo stilista francese che ha dato alle donne una teatralità futuristica e vestito icone come Madonna, Lady Gaga, Beyoncè e Kim Kardashian. Couturier visionario, ha contribuito a definire il power dressing degli anni '80 e lanciato il fenomeno delle 'celebrities' come modelli. Puntando all’eccesso per creare le "moderne amazzoni": forme femminili esagerate con le spalle segnate, la vita strizzata, le scollature vertiginose, i fianchi artificiali e voluminosi. Una femminilità esaltata, ultrasensuale, creata con abiti architettonici e corsetti stretti come guaine per creare un universo di fantasie eccessive e fantascienza.
In giovinezza ballerino di danza classica, aveva raccontato che era stata la danza a insegnargli «l'organizzazione dell’abito, l’importanza delle spalle, il gioco e il ritmo delle gambe». Celeberrimo l’abito creato per la Kardashian al Met Gala del 2019. «Mi ha immaginato come una ragazza californiana che esce dall’oceano, bagnata, gocciolante», raccontò lei, fasciata nell’'abito bagnatò, la cui realizzazione aveva richiesto otto mesi di lavoro.

«Ma la sua non era "una donna oggetto", bensì un "soggetto donna", che esaltava il corpo cosciente», sottolinea Thierry-Maxime Loriot, curatore della mostra retrospettiva in corso al Musèe des Arts Dècoratifs di Parigi, inaugurata a settembre con una festa alla presenza di Cardi B. "Thierry Mugler: Couturissime" è la prima grande mostra dedicata allo stilista: raccoglie circa 150 capi realizzati tra il 1977 e il 2014. «Sono molto felice che una selezione così armoniosa del mio lavoro venga mostrata all’Arts Dècoratifs, perchè il mio lavoro è strettamente legato alla scultura, alla pittura e a tutte le altre arti decorative», aveva detto lui della retrospettiva.
A soli 25 anni, il primo negozio, Cafè de Paris, trampolino di lancio verso quella che un anno dopo sarebbe diventata l’azienda Thierry Mugler. Alla fine degli anni '90, il lancio del suo profumo, Angel, in una bottiglia a forma di stella, diventato uno dei profumi più venduti della storia, capace di rivaleggiare persino con il leggendario Chanel N 5 . Eccentrico e con enorme senso di indipendenza, Mugler aveva rifiutato la proposta di Bernard Arnault di dirigere Dior, proprio come aveva rifiutato qualche anno prima di lavorare al guardaroba di un film di Francis Ford Coppola.

L’uso della corsetteria e il suo esagerato approccio al corpo femminile gli aveva attirato critiche, ma lui stesso nel 2019, posando per un photoshot con Interview Magazine, aveva spiegato la sua passione per il body-building, lo yoga e la chirurgia plastica. «Penso che sia importante per le persone arrivare a una completa realizzazione di se stessi: sono sempre stato affascinato dal corpo umano e ho volute rendere omaggio a cosa può fare». Iconico il tributo pubblicato sulla sua pagina Instagram: «Un visionario la cui immaginazione ha consentito alle persone in tutto il mondo di essere più audaci e sognare in grande ogni giorno».

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