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L’ispettore Fazio si diverte a scrivere. «Un noir che lega pittura e scommesse»

Peppino Mazzotta autore con il docente Igor Esposito del libro “L’azzardo”. La passione dell’attore calabrese diventato popolare grazie a Montalbano

Peppino Mazzotta

Le vite nascoste. Di uomini con professioni, gusti, culture e sensibilità diversi accomunati, tuttavia, dal “vizio” del gioco. “L’azzardo” (Rizzoli 235 pagine), il noir scritto dall'attore e regista Peppino Mazzotta e dall'autore teatrale e docente di Storia dell'Arte, Igor Esposito, è il frutto di una lunga amicizia tra gli autori e di una collaborazione artistica particolarmente fruttuosa in campo teatrale.
Un'amicizia diventata adesso anche traccia letteraria con questo libro che l'attore calabrese e il professore napoletano propongono ai lettori mettendo insieme due importanti tradizioni e, diremmo, passioni italiche: l'arte, soprattutto la pittura, e il calcio.
Due mondi apparentemente distanti che Mazzotta e Esposito invece, grazie a un originale gioco d'incroci letterari, avvicinano in modo originale con lo scopo di dimostrare come temi culturali alti possano essere approcciati anche attraverso percorsi per così dire popolari.
La storia racconta di gente che spende i soldi destinati a pagare le bollette di casa scommettendo sui risultati delle partite di calcio. La voce narrante è quella di Leandro, un copista di celebri tele, una sorta di maestro del settore. Il pittore, realizzando copie perfette di dipinti già esistenti è convinto di poter prolungare, attraverso la propria maestria, la vita delle bellezze artistiche prodotte nei secoli da uomini e donne di talento. È per questa ragione che rinuncia a dar spazio alla propria creatività. Gli accadimenti, tuttavia, l'indurranno a cambiare la “regola” che s'è imposto. Leandro vive all'interno di un gruppo di ludopatici: i suoi compagni di vita in una sonnecchiosa città di provincia del settentrione, sono un maestro di tango argentino, un cuoco napoletano, un attore in disgrazia, un extracomunitario e un professore di storia. Tutti insieme scommettono stabilmente sugli incontri di calcio sperando d'aver fortuna. Una fortuna che non arriverà mai: anzi, a un certo punto, la loro storia d'incalliti scommettitori s'incastrerà con la cronaca, per via della indagine avviata dalla procura di Cremona sulle partite truccate. Il quadro, per effetto dell'azione dei magistrati inquirenti, si complicherà maledettamente e il gruppo di amici si ritroverà economicamente nei guai fino al collo. È a questo punto che Leandro avrà un colpo di genio destinato a risolvere tutti i problemi. Gli amici ludopatici ruberanno infatti una tela di Tintoretto custodita in una piccola chiesa...
Come andrà a finire? Per scoprirlo occorrerà divorare le pagine del volume che, a dire il vero, è gradevolissimo. Il testo ha musicalità e ritmo e, tra l'altro, mette insieme sonorità, dialetti e lingue differenti: lo spagnolo, l'italiano, il romano, il napoletano e il mantovano. Gli incastri linguistici sono riuscitissimi e mai banali.
Spiega Peppino Mazzotta, noto soprattutto al grande pubblico televisivo in quanto protagonista per un ventennio, accanto a Luca Zingaretti, nel ruolo dell’ispettore Giuseppe Fazio ne “Il commissario Montalbano”: «Da sempre io e Igor ci scambiano idee, stimoli e impressioni. Molte cose che scrivo le mando a lui e lui me li rimanda e viceversa. Molte di queste cose non diventano niente e rimangono puro divertimento. Altre volte si trasformano in testi teatrali o, come in questo caso, in un libro. Alla Rizzoli questo lavoro è piaciuto e abbiamo deciso di pubblicarlo. Il 19 marzo presenteremo “L'azzardo” in Calabria, a Cosenza. Sarà l'occasione per tornare nella mia terra e, quando lo faccio, per me è sempre una festa».

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