Riuniti insieme per la prima volta, grazie ai prestiti dai principali musei del mondo, saranno esposti a Firenze i più importanti capolavori di Donatello, per una grande retrospettiva che lo mette a confronto con artisti a lui contemporanei come Brunelleschi e Masaccio, ma anche successivi come Raffaello e Michelangelo. Si presenta con il titolo "Donatello, il Rinascimento", la rassegna che dal 19 marzo al 31 luglio porta nel capoluogo toscano circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni con prestiti, alcuni mai concessi prima, provenienti da quasi 60 tra i più importanti musei al mondo: tra cui la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi e gli Staatliche Museen di Berlino. La mostra si propone come momento di celebrazione di un artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi, protagonista della stagione del Rinascimento. Distribuito su due sedi, Palazzo Strozzi e il Museo nazionale del Bargello, il percorso espositivo si presenta come un viaggio attraverso la vita e il genio di Donatello articolato in quattordici sezioni che vanno dagli esordi fino alla sua influenza sugli artisti successivi. A Palazzo Strozzi la mostra si dispiega in un percorso cronologico-tematico che ricostruisce la carriera di Donatello attraverso cento capolavori, tra cui il David in marmo e l’Amore-Attis del Bargello, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato, il Crocifisso, il Miracolo della mula e l’Imago Pietatis della Basilica di Sant'Antonio a Padova. Per la prima volta nella storia, inoltre, sono esposti fuori dal loro contesto originario il Convito di Erode, la Fede e la Speranza dal fonte battesimale di Siena, oltre alle porte bronzee della Sagrestia vecchia di San Lorenzo a Firenze. Al Museo nazionale del Bargello, invece, il percorso propone opere iconiche di Donatello: dal San Giorgio marmoreo, con il rilievo in schiacciato del San Giorgio che libera la principessa, al David in bronzo a confronto con affreschi staccati di Andrea del Castagno, dalle Gallerie degli Uffizi, ma anche il David Martelli di Desiderio da Settignano concesso in prestito dalla National Gallery of Art di Washington. In mostra anche la Madonna della scala di Michelangelo della Fondazione Casa Buonarroti con la quale si evidenzia l’influenza che Donatello ebbe sull'opera del Buonarroti. Per il curatore Francesco Caglioti «dedicare una mostra monografica così ampia a Donatello è una sfida unica, della quale siamo davvero grati alla generosità di tanti prestatori" perché «le mostre a lui intitolate finora sono state fatte perlopiù esponendo copie o limitando la scelta degli originali a pochi pezzi».