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Renato Zero fa "Atto di fede"

"Volevo accarezzare Dio da vicino, ringraziarlo anche per il dolore, che capiamo solo dopo essere inciampati nel buio"

"Atto di fede", musiche e liriche di Renato Zero

E’ un Renato Zero energico e pronto a tornare sul palco che ha presentato alla Sala Marco Aurelio, in Piazza del Campidoglio, “Atto di fede” (Tattica), primo progetto editoriale della sua carriera, doppio cd di musica sacra+libro, da domani in librerie, negozi di dischi e bookstore digitali.

«Sono arrivato a un traguardo a cui ambivo da tempo: accarezzare Dio da vicino, fargli i complimenti per aver mantenuto intatta la mia fede – ha detto l’artista alla stampa – . Nello spettacolo c’è anche la religiosità: ogni volta che salgo sul palco faccio il segno della croce come forma di protezione, affinché io possa dare il massimo. Ringraziarlo anche per il dolore, che capiamo solo dopo essere inciampati nel buio. Il contatto con Dio è individuale, senza mediazioni. Rispetto sacerdoti e chiesa, ma il rapporto con il Signore è molto personale e la fede ci dà il coraggio di osare».

In attesa di tornare con i quattro concerti di “Zerosettanta”, in programma al Circo Massimo il 23, 24, 25 e 30 settembre (con due anni di ritardo rispetto al suo compleanno: «Non volevo vendere un biglietto e lasciarlo senza rimborso per i due anni di pandemia»), il cantautore romano propone quindi il suo concept album improntato alla spiritualità, pervaso da una religiosità all’insegna degli ideali di giustizia, equità e solidarietà, da contrapporre ad un presente di silenzi assordanti, malato di indifferenza e chiusura.

Due sfide parallele che Zero affronta con caparbietà e voglia di vincere, come si addice alle grandi competizioni, anche a quelle con il male: «Celebro i miei 70 anni al Circo Massimo con ostinazione, da gladiatore – ha detto – perché non accettiamo di dover rinunciare alla nostra indipendenza, al desiderio di essere ciò che siamo». Si riferisce ai mali della pandemia e della guerra, da combattere con tutte le forze e gli strumenti a disposizione, anche con la musica che è vita: «In fondo tra gli scopi reconditi anche di un virus c’è quello di modificare le nostre abitudini, l’assetto della nostra geografia sociale e umana – ha specificato – ; così la guerra, che vuole annientare ogni differenza, in cui siamo tutti vittime o carnefici. La guerra non accetta la libertà; per cui mi aspetto che la possibilità di riprendere il dialogo col palcoscenico sia soprattutto opportunità di riprendere il dialogo con la vita».

“Atto di Fede” è infatti una sfida agita attraverso la religiosità, in nome di un Dio che sembra essere dimenticato da tempo: «Abbiamo lasciato che l’indifferenza, l’apatia e la stanchezza intellettuale ci impedissero di raggiungerlo». Un Dio, quello invocato dall’artista, che, secondo la dottrina cattolica e cristiana, è da cercare anche nel dolore, perché è inciampando nel buio che possiamo comprendere più a fondo noi stessi.

Riportando l’attenzione sul valore della vita e sulla profonda dignità che ha il nostro tempo su questa terra, Zero affronta in 19 brani inediti di musica sacra scritti e composti su “sollecitazione” di testi e riflessione di autori che definisce “Apostoli della Comunicazione”, questioni religiose fondamentali come l’importanza del perdono (“L’Alba del Perdono”) e del ritrovare fede e gioia di vivere dopo la pandemia (“Sono lontani gli abbracci”), lo sforzo di non cedere (“L’Anima che ti sostiene”) e il confronto spirituale con l’Aldilà (“Parla con Dio”), senza perdere di vista tematiche sociali, come la “Bella diversità” del brano omonimo, la grande forza delle donne (“Il Miracolo è Donna”) e l’immigrazione, nella disperata e intimista “Migrazioni“. Presente anche un attacco all’indifferenza che richiama alla responsabilità verso i meno fortunati ne “L’Abbandono”. L’album si chiude in maniera significativa, con la riproposizione della sua “Ave Maria”, dolente invocazione che nel 1993 commosse tutto il pubblico di Sanremo.

Gli “Apostoli della Comunicazione”, le cui parole introducono ciascun brano (con le voci narranti di Pino Insegno, Luca Ward, Giuliana Lojodice, Oscar Farinetti, Marco Travaglio e dello stesso Zero), sono persone di pensiero e azione: Marco Travaglio, Alessandro Baricco, Sergio Castellitto, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuoco, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Mario Tronti, Walter Veltroni. Anime diverse di grande talento e poesia, che il cantautore romano ha voluto nel disco per realizzare una trasversalità sullo stile delle jam session anglosassoni, dove mostri sacri come John Mayall, Jimmy Page o Eric Clapton mettono esperienza e talento nel cocktail meraviglioso della musica leggera.

Alcuni brani sono cantati dai vocalist Giacomo Voli e Lorenzo Licitra, il tenore ragusano che fu trionfatore a “X-Factor” nel 2017. Arrangiato da Adriano Pennino, l’album vede anche la partecipazione della Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak e la rinnovata collaborazione con il Coro Internazionale istituito dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta.

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