Soprattutto oggi, mentre infuria la guerra, l’invasione dello stato sovrano dell’Ucraina da parte della Russia, abbiamo un disperato bisogno di un’informazione chiara, responsabile ed autorevole per controbattere al fuoco di fila della propaganda di regime. Al contempo, mentre le news (e le fake news) si rincorrono in tempo reale, guardiamo sempre ai libri per riflettere e accompagnare il flusso degli eventi, scovando fra le righe dei saggi giornalistici gli strumenti ideali per non cedere alla deriva del pregiudizio, privilegiando la qualità sulla corsa al like.
Molte le proposte editoriali di questi ultimi giorni: abbiamo selezionato le più interessanti
Partiamo con le parole della giornalista Anna Politkovskaja, freddata con un colpo di pistola, davanti alla porta di casa, il 7 ottobre del 2006, lo stesso giorno del compleanno di Putin. Una vita strappata per il suo lavoro sul campo alla ricerca della verità. Adelphi pubblica in formato tascabile La Russia di Putin nella traduzione di Claudia Zonghetti e questo libro assume un valore profetico mentre leggiamo che «interi villaggi sono stati circondati: le donne stuprate, gli uomini portati via. Molti vengono uccisi, molti altri spariscono senza lasciare traccia. La vendetta è assurta a giustificazione dell’omicidio commesso per una “giusta causa”; i pubblici ministeri di fatto sono riusciti a legalizzare il primato della vendetta sul diritto. La giustizia sommaria – occhio per occhio, dente per dente – è stata incoraggiata dal Cremlino stesso». Difatti, con queste parole la giornalista russa – firma della celebre Novaja Gazeta – descriveva le atrocità della seconda guerra cecena, un brutale trionfo della violenza di Stato. Pagine fortissime, zeppe di testimonianze che non possono non scuotere l’animo del lettore, crudeltà rimaste impunite sotto gli occhi della Nato, cui Politovskaja imputava una silenziosa complicità.
Ma cosa passa per la testa di Vladimir Putin? Perché non riusciamo a comprenderne le le intenzioni? Ci prova Lena Kostioukovitch con l’ebook Nella mente di Vladimir Putin (La Nave di Teseo). Scrittrice e traduttrice, nata a Kiev e naturalizzata italiana, racconta il modus operandi della Russia postsovietica, per comprendere come siamo giunti all’invasione dell’Ucraina. Putin, afferma l’autrice, rappresenta la dottrina dell’Universo Russo – uno stato ideale dove riunire tutti i popoli russi «geneticamente superiori» – una teoria alimentata dagli scritti di studiosi come Anatolij Fomenko e Aleksandr Dugin, facendo risaltare anche il legame di Putin con un «assolutismo magico», fra falsificazioni e cospiratori di regime.
A seguire, ecco il giornalista Giorgio Dell’Arti con Le guerre di Putin. Storia non autorizzata di una vita (La Nave di Teseo) che svela la vita del leader russo, dall’infanzia ai giorni nostri: «Ho raccolto informazioni su Putin per vent’anni – dice l’autore – . Quando ha attaccato l’Ucraina, ho cominciato a scrivere questo libro che ripercorre la vita dell’ultimo autocrate russo […]. La tattica e i pretesti sono sempre gli stessi, e basterà rileggere le vicende relative alla Georgia o alla Crimea per rendersene conto».
Un punto di vista più ampio lo fornisce la giornalista inglese Catherine Belton, già firma del Financial Times, con Gli uomini di Putin. Come il KGB si è ripreso la Russia e sta conquistando l'Occidente (La Nave di Teseo, pp. 648, euro 17, nella traduzione di Alberto Cristofari) consegnando ai lettori un’inchiesta internazionale che delinea i rapporti internazionali della Russia, scovando i personaggi chiave che hanno consentito a Putin di sostituire i magnati dell’era Eltsin con una nuova generazione di fedeli oligarchi.
E ancora, ecco il saggio Bugie di guerra. La disinformazione russa dall’Unione Sovietica all’Ucraina (Paesi Edizioni), firmato da Francesco Bigazzi, Dario Fertilio e Luigi Sergio Germani. Gli autori, analizzando il confine labile che separa finzione e verità, raccontano il sistema della «Dezinformacija», ovvero quel mix di menzogne, mascheramenti e inganni, applicati sistematicamente in Unione Sovietica e poi nella Russia di Vladimir Putin per manipolare l’informazione.
Concludiamo con un doveroso controcampo con Zelenskij. La storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra (Castelvecchi Editore). Il volume – il primo dedicato al leader ucraino – celebra la storia del leader che ha sorpreso il mondo intero. L’autore, Emanuel Pietrobon, lo definisce una «variabile impazzita», evidenziando come il presidente ucraino, attraverso una propaganda di guerra innovativa e con l’ausilio di strateghi militari, spin doctor e social media manager, sia destinato a passare alla storia per il modo in cui è riuscito a smuovere la riluttanza dell’Occidente, rifiutando di arrendersi o fuggire, usando anche i social media per sensibilizzare l’opinione pubblica, impedendoci di voltare la testa dall’altra parte mentre si perpetra un massacro di civili.
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