E’ un percorso esistenziale, quello descritto da Giorgia Surina nel suo «In due sarà più facile restare svegli» (Giunti), da poco in libreria, che affronta un tema che ben si colloca nel dibattito contemporaneo sulla maternità desiderata e ricercata, legata ad una esigenza personale di amore ma svincolata da legami di coppia.
Giorgia Surina, già voce di RTL 102.5, attrice versatile che si è misurata in vari ruoli in note fiction televisive, al suo romanzo d’esordio va dritta al punto comune a tante donne che avvertono forte l’esigenza di dare vita e, non senza timori, da sole, affidano alla procreazione medicalmente assistita la loro vocazione d’amore materno.
Con una prosa genuina e sobria, la Surina utilizza specularmente le voci di Gaia e Bea, due amiche che hanno nel loro DNA «la stessa voglia di condividere un momento unico e irripetibile», per raccontare l’itinerario intimo che le ha condotte a ricorrere alla Pma. Ed è questa evoluzione pacata e ragionata che muove dalla consapevolezza di storie concluse o legami sbagliati, attraversa le diverse personalità delle due ragazze, si stratifica nel loro vissuto familiare e, infine, sboccia nella determinazione di diventare madri, che dà completezza e credibilità al romanzo, per le varie sfumature dei sentimenti e delle paure.
Sono descrizioni emozionali quelle della Surina, che accompagnano il lettore negli ambienti in cui si muovono le protagoniste, nell’elencazione dei vari prototipi di mamma o nella campionatura delle chat sul tema, così come nello sfatare il concetto di “dolce attesa”, passaggi che rendono lieve il racconto senza perdere di vista la scoperta delle sensazioni di fronte ai nuovi segnali dei loro corpi o gli scarti di mentalità che accompagnano la loro consapevolezza di mamme single nello sfidare i pregiudizi.
Gaia e Bea si confrontano ma, soprattutto, si confortano con uno scambio di reciproca forza per affrontare le loro fragilità, nel momento in cui la strada della maternità è segnata per l’una ma sembra arrestarsi per l’altra, nell’attesa di un dolore per una perdita annunciata, nel ritorno, sperato ma respinto, di quello che era stato il grande amore di Gaia.
Un accudimento vicendevole, quello delle due donne alle prese con la loro maternità, che non nasconde alcuna implicazione sentimentale, ma solo la potenza di un’intensa amicizia e che, nell’altalena di piccoli eventi e grandi sentimenti, sfocia nella scelta più naturale di questo loro percorso: condividere una casa nella quale crescere insieme i loro bambini, incoraggiarsi e sostenersi nelle fatiche che comporta la maternità. Perché, appunto, in due è più facile restare svegli.
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