«Dudù la Capria sarà contento». Mentre si approssima la consegna del Premio Malaparte, il primo pensiero della curatrice Gabriella Buontempo e di tutta la giuria del riconoscimento va al presidente Raffaele La Capria, scomparso a 99 anni nel giugno scorso. Per La Capria, infatti, il premio era un’occasione importante e certamente gli corrisponde appieno il premiato di quest’anno, l’autore newyorkese Daniel Mendelsohn, che oggi ritirerà il riconoscimento dalla giuria: Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valensise. [caption id="attachment_1585201" align="alignnone" width="300"]
ANSA / CIRO FUSCO[/caption] Il 62enne, scrittore, critico letterario e traduttore (ha curato più di un libro del poeta greco Kavafis), ha esordito nella narrativa relativamente tardi, nel 1999, con The elusive embrace, ottenendo poi un notevole riconoscimento con The lost (2006), tradotto in Italia con il titolo Gli scomparsi. Un libro autobiografico, in cui l’autore va in Europa orientale alla ricerca di 6 familiari ebrei scomparsi durante la Seconda guerra: il fratello del nonno, sua moglie e le quattro figlie. Tra l’altro, il luogo d’origine del gruppo familiare sterminato dai nazisti è Bolechow, allora in Polonia, oggi in Ucraina; una collocazione geografica che in questi mesi, con il conflitto in corso con la Russia , è purtroppo diventata ancora più attuale: «Guardare la gente che si arrampica ai treni – ha dichiarato Mendelsohn in un’intervista recente – è l’incubo ricorrente della storia europea ed è personalmente ancora più sconcertante vedere ripetersi una tragedia che conosciamo fin troppo bene in un posto per me così familiare». Pure intriso di temi familiari è l’altro libro più noto di Mendelsohn, Un’odissea: un padre, un figlio e un’epopea, pubblicato in Italia da Einaudi nel 2017, in cui la storia di Ulisse si intreccia con quella personale dello scrittore. Diverso invece il titolo più recente, Tre anelli (2021, sempre da Einaudi), che affianca tre biografie su personaggi apparentemente molto diversi: il critico tedesco Erich Auerbach, il romanziere tedesco W. G. Sebald e l’arcivescovo francese del secolo XVII François Fénelon, autore delle avventure di Telemaco. Come vincitore del Malaparte, Mendelsohn si inserisce in una tradizione che ha molto presenti gli scrittori di lingua inglese: da quando il premio è ripreso, nel 2012, sono 5: gli americani Richard Ford, Elizabeth Strout, Donna Tartt, l’inglese Julian Barnes e l’irlandese Colm Tóibín. Secondo la tradizione, la premiazione avverrà oggi alle 11.00, alla Certosa di San Giacomo, dove il vincitore terrà un discorso. Per ricordare Raffaele la Capria, inoltre, alle 15, al Cimitero degli Acattolici, dove è sepolto insieme alla moglie, Ilaria Occhini, si terrà una cerimonia commemorativa cui, oltre alla giuria, parteciperanno numerosi scrittori e intellettuali, tra cui Edoardo Albinati, Ricky Tognazzi e Sandro Veronesi. Il Premio Malaparte si conferma come uno dei più importanti riconoscimenti letterari italiani per personalità internazionali: merito della sua anima, Gabriella Buontempo, che ha fatto rinascere una tradizione di famiglia, nata per iniziativa di sua zia Graziella Lonardi Buontempo. «ll Premio Malaparte in questi undici anni è divenuto per Ferrarelle Società Benefit un forte impegno di Responsabilità Sociale per l’isola di Capri che portiamo avanti con sempre più convinzione, specialmente in questo momento successivo alla pandemia» afferma Michele Pontecorvo Ricciardi, vice presidente di Ferrarelle Società Benefit».