Cento anni fa, tra il 27 e il 31 ottobre 1922, la marcia su Roma organizzata dal Partito Nazionale Fascista dava vita al Governo Mussolini e all’ «era fascista». A 100 anni da quei giorni fatali si moltiplicano le pubblicazioni su Mussolini in un incrociarsi di prospettive ad allargare una vasta bibliografia che ha indagato il fascismo e la figura di Mussolini in tutti i suoi dettagli e continua a farlo. E in questo nostro tempo confuso, tra rigurgiti nazionalisti e identitari, tra neofascismi, postfascismi e fascismi che non passano, i libri su Mussolini sono quasi diventati un tema di comunità, quella di scrittori, storici e giornalisti. Ecco alcune proposte.
Fascinazione e acribia narrative in M. Gli ultimi giorni dell’Europa (Bompiani 2022) di Antonio Scurati, terzo romanzo della trilogia dedicata a Benito Mussolini, dopo “M. Il figlio del secolo” (Premio Strega 2019) e “M. L’uomo della provvidenza” (2020). Scurati inquadra dettagliatamente il triennio 1938-1940, che ha nel 3 maggio 1938 il suo giorno fatale per l’Italia e l’Europa. Nella nuova stazione Ostiense di Roma, Mussolini, Vittorio Emanuele III e Ciano attendono Hitler e i suoi gerarchi in visita in Italia. E segue l’intero autoinganno fascista che avrebbe portato al disastro e alla barbarie di esseri umani con il potere di dare la morte ad altri umani.
Non usa giri di parole Aldo Cazzullo nel suo Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo (Mondadori 2022), dedicato a Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni e Carlo Rosselli. E «perché dovremmo vergognarci del fascismo» e invece non «ce ne vergogniamo abbastanza» lo spiega questo racconto che ripercorre la parabola dell’ascesa del fascismo, con la spirale di violenza e di morte che portava con sé sin dalla marcia su Roma, e quindi la dittatura, le leggi razziali, l’alleanza con Hitler, la guerra, la Resistenza. Anche se non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti, la maggior parte degli italiani non ha un’idea negativa del fascismo, scrive Cazzullo, e invece l’antifascismo dovrebbe essere un valore condiviso e comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.
Per non dimenticarli, l’antifascismo e la democrazia, Ezio Mauro in L’anno del fascismo. Cronache della marcia su Roma (Feltrinelli 2022) si sofferma sul 1922, l’anno decisivo che segna la frattura tra due epoche: finita la grande guerra, indeboliti i grandi imperi, la rivoluzione bolscevica da poco avvenuta, smarriti la monarchia e lo Stato liberale italiano di fronte ai nuovi fenomeni sociali e politici, cresce uno spirito di violenza che si manifesta con lo squadrismo già alla nascita del nuovo movimento fascista.
Sfatare i miti su Mussolini è stato l’obiettivo del fortunato saggio Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (Bollati Boringhieri, 2019, prefazione di Carlo Greppi) dello storico e sociologo del terrorismo Francesco Filippi, che avverte come a distanza di più di 70 anni dalla caduta del fascismo, mai come ora «l’idra risolleva la testa, soprattutto su Internet, ma non solo». Filippi elenca, e demolisce con la forza dei dati, la lunga serie di luoghi comuni sulle «cose buone» attribuite al dittatore (le bonifiche, le pensioni, la previdenza sociale, il voto alle donne!), insieme agli slogan ripetuti da molti anni e ora diffusi attraverso i social, per ignoranza della storia, purtroppo anche da parte della politica, e di quel che fu il regime.
A quel volume si sono aggiunti, sempre per Bollati Boringhieri, Ma perché siamo ancora fascisti? Un conto rimasto aperto (2020) e Noi però gli abbiamo fatto le strade. Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie (2021), che ripercorre la nostra sanguinaria storia coloniale, e soprattutto la sua percezione collettiva basata su presupposti falsi e versioni edulcorate.
Nella stessa direzione, è appena uscito Mussolini ha fatto tanto per le donne! Le radici fasciste del maschilismo italiano (Longanesi), un prezioso saggio di Mirella Serri, docente di Letteratura moderna e contemporanea, grande esperta del fascismo e della Resistenza, già autrice, tra l’altro, di Claretta l’hitleriana. Storia della donna che non morì per amore di Mussolini (Longanesi, 2021). La Serri ripercorre, attraverso l’analisi di leggi e provvedimenti, la sostanziale e sistematica oppressione e marginalizzazione delle donne messa in atto dal regime fascista, che alle donne tolse l’istruzione, il lavoro, qualunque ruolo che non fosse quello di fattrici dei soldati italiani. Una lettura oggi indispensabile per comprendere da dove parta e dove possa arrivare il «maschilismo di Stato». Sui motivi per cui ancora oggi nell’Italia democratica il fascismo è un retaggio difficile da liquidare si interrogano Sergio Rizzo e Alessandro Campi in L'ombra lunga del fascismo. Perché l'Italia è ancora ferma a Mussolini (Solferino).
Molto interessanti Il caso Mussolini (Neri Pozza 2021) in cui Maurizio Serra, diplomatico e autore di biografie (tra le quali quelle di Malaparte, Svevo e D’Annunzio), traccia un’indagine antropologico-psicologica dell’uomo con le sue pulsioni profonde e con i suoi atteggiamenti, le sue posture, il suo eloquio e la «natura di commediante», che credeva di interpretare un eroe del mito e si illuse sino alla fine di esserlo, e La psicologia di Mussolini (Rusconi Libri 2021), in cui Pierluigi Baima Bollone, professore di Medicina legale all’Università di Torino, analizza i frequenti cambiamenti di stato d’animo di Mussolini. È stato inoltre ristampato Muss. Ritratto di un dittatore (Passigli) di Curzio Malaparte, iniziato nel 1931 e uscito solo 20 anni dopo, iniziato come una biografia e poi sviluppato come particolarissima analisi critica del fascismo.
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