Sciascia come Pasolini, i maestri di tanti, nemici dell’impostura e dell’iniquità, a ricordare che la ragione deve vigilare sempre sul sonno in cui sembrano stare le cose come «in una valle, non amena, non ariostesca» (Sciascia, “Todo modo”), a studiare tra narrazione, saggio, cinema e teatro, la «mutazione antropologica» (Pasolini, “Scritti corsari”) degli italiani, sempre più avvezzi a «mutuare menzogna e verità, a dare all’una le vesti dell’altra, che ad un certo punto non le distinguete più» (Sciascia, “Il consiglio d’Egitto”).
E a questi due insuperabili maestri, in occasione dei due centenari dalla nascita di Leonardo Sciascia (1921) e di Pier Paolo Pasolini (1922), la Fondazione “Leonardo Sciascia” dedica oggi e domani, nella sede di Racalmuto, il convegno “Cent’anni di solitudine: la generazione (1921-’25) di Sciascia e Pasolini”. Incontri e voci per celebrare il duraturo sodalizio tra i due scrittori che hanno saputo “portare”, il racconto del Novecento.
E per questo si è deciso di allargare il quadro a quegli scrittori, artisti e politici che, nati in quei primi anni Venti, hanno segnato nel nostro Paese la storia della letteratura e delle arti, della politica e del dibattito intellettuale e civile. Tanti i nomi che hanno fatto la storia di quel periodo storico: Sciascia, Pasolini, Italo Calvino, Francesco Rosi, Maria Callas, Damiano Damiani, Emanuele Macaluso, Enrico Berlinguer, Franco Basaglia, Goliarda Sapienza, Cristina Campo, Danilo Dolci, Mario Pompilio, Lorenzo Milani.
E il convegno, arricchito da illustri relatori che scandagliano ancora il pensiero, le contraddizioni (comuni a Sciascia e Pasolini), e le passioni del Novecento (altro tratto comune tra i due) intende innovare il consueto appuntamento dei centenari, necessari per mantenere la memoria, facendone occasione non di celebrazione ma di indagini sincroniche e studi fervidi di prospettive altre.
Oggi nella sessione antimeridiana presieduta da Paolo Squillacioti, curatore per Adelphi dell’opera omnia di Sciascia, dalle 9.30 interverranno Antonio Di Grado con “Due o tre cose su una generazione divisa”, “Fernando Gioviale con “Felice chi è diverso? Sciascia e Pasolini, fraterni e lontani”, Marina Paino con “Quel dialogo a distanza tra Calvino e Sciascia”, Rosario Castelli con “Uomini contro: Sciascia, Francesco Rosi e il camaleontismo del Potere”. Nella sessione pomeridiana, presieduta da Marina Paino, saranno relatori Leandra D’Antone, con “Emanuele Macaluso comunista con Sciascia nella Sicilia dell’energia”, Stefania Mazzone, con “Ciascuno cresce solo se sognato”: Danilo Dolci”, Elvira Seminara con “L’arte del caos. Goliarda Sapienza”, Arianna Rotondo con“Bellezza, Grazia, Mistero: le 'liturgie' di Cristina Campo”.
Domani alla seduta antimeridiana presieduta da Fernando Gioviale, dalle 9.30 interverranno Antonio Di Grado, con “Mario Pomilio: un cruciverba partenopeo”, Giuseppe Raniolo con “ Il dono della speranza. Sull’eredità di Franco Basaglia”, Maria Panetta con“Ripellino all’Espresso: cronache teatrali degli anni Settanta”, Sebastiano Vecchio con “Il classico Lorenzo Milani: scrittura e rancura”. Nella sessione pomeridiana, presieduta da Domenica Perrone: Giuseppe Astuto con “Berlinguer e l’Europa: una sfida ancora aperta”, Dario Stazzone con I “diverbia” di Addamo in dialogo con Sciascia e Pasolini”, Maria Rosa De Luca con “Reinventare la tradizione: Maria Callas tra cronaca e mito”, Fabrizio Catalano con Damiano Damiani: l’essenza della libertà creativa.
Oggi alle ore 18.30, nei locali della Fondazione verrà inaugurata la mostra “Sciascia e Pasolini tra i documenti in archivio”, curata da Edith Cutaia e Vito Catalano per osservare attraverso le carte d'archivio il rapporto intenso che legò i due grandi scrittori che «avevano pensato le stesse cose, dette le stesse cose, sofferto e pagato per le stesse cose» (così scrisse Sciascia all'indomani della morte di Pasolini). Saranno esposti gli articoli di Sciascia su Pasolini e di Pasolini su Sciascia e le lettere di Pasolini ricevute da Sciascia, documenti tutti custoditi a Racalmuto. E ancora, altri documenti che legano i due scrittori: lettere di Vincenzo Cerami, di Enzo Siciliano, di Nico Naldini e dello stesso Leonardo Sciascia; i primi fogli del dattiloscritto “L'affaire Moro”; il libro “Il fiore della poesia romanesca”, del 1952, curato da Sciascia e con premessa di Pasolini, e il libro “Dal Diario” di Pasolini e con introduzione di Sciascia (tutti e due i volumi furono pubblicati dalle edizioni Salvatore Sciascia di Caltanissetta).
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