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“Depero automatico acrobatico”. In mostra una ricostruzione futurista dell’universo

Mostra al Palazzo della Ragione di Mantova in collaborazione con il Mart di Trento e Rovereto. E a Palazzo Reale a Milano la prima retrospettiva italiana di Max Ernst con 400 opere del pittore surrealista

Pare che in alto loco si siano passati la parola: avanguardia a 360 gradi. Mentre Palazzo Reale a Milano inaugura la prima retrospettiva italiana di Max Ernst con 400 opere del pittore surrealista, Palazzo della Ragione di Mantova in collaborazione con il Mart (Museo d Arte contemporanea di Trento e Rovereto) offre la mostra “Depero automatico acrobatico” ideata da Electa a cura di Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero. Per non contare la piccola aristocratica Galleria della Fondazione Pasquinelli di Milano che espone una interessante selezione di maschere e totem di Enrico Baj (1924-2003).

Oramai fuori data, Baj, ma figlio di quelli. Anzi, più vicino lui a Depero (1892-1960) di quanto non sia Ernst (1891-1976). Max Ernst e Fortunato Depero, pur coetanei, hanno infatti personalità ben distinte, e percorsi autonomi. Se Ernst si forma sulla psicanalisi freudiana, senza lasciarsi peraltro coinvolgere pienamente dai movimenti artistici dell’avanguardia (la sua devozione assoluta è rivolta solo a Giorgio de Chirico, il suo Maestro) e si avvicinerà senza totale convinzione al gruppo dada e al surrealismo, inventando tecniche tutte sue,-vedi il frottage-, Depero, poliedrico e geniale artista, è l’unico a intraprendere l’utopica impresa della “ricostruzione futurista dell’universo”. Spaziando dalla pittura al teatro, alle arti applicate, all’editoria, diventa uno dei, se non il, protagonista del movimento futurista. Ma a modo suo.

Giovanissimo, incontra a Roma Marinetti, Boccioni e Balla, con il quale forma un sodalizio e stende il Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo, con l’obiettivo della nascita di un’arte che coinvolga ogni aspetto della vita pratica. Tramite la fusione dell’arte con la vita quotidiana i futuristi avrebbero rallegrato l’universo ricreandolo integralmente. Si tratta infatti di un’arte ludica, che mette allegria. Gli artisti avrebbero dovuto dar vita a dei complessi plastici , prendendo ispirazione dall’impalpabile, da combinare con la propria ispirazione. Dunque una ricerca rivoluzionaria e innovatrice che usa tutte le tecniche e tutti i materiali (carta, legno, plastica, fili di ferro, colla… come farà esattamente anche Baj). Depero allarga ancora la sua produzione ad arazzi, scenografie, campagne pubblicitarie e padiglioni, cercando il suo pubblico nello scendere in mezzo alla gente.

La mostra di Mantova - circa 80 opere significative attraverso l’arco temporale 1917-1938, segue il percorso artistico di Depero lungo tre tappe geografiche precise: Capri, Parigi, New York. Del periodo di Capri (1916-18) che si situa dopo la importante avventura teatrale condivisa con lo svizzero Gilbert Clavel, sono esposti un capolavoro come Meccanica di ballerina del 1917 e alcune bellissime chine che anticipano la nascita dell’automa con i Balli plastici.

A Parigi Depero conosce il grande successo all’Exposition internationale des Arts decoratifs et industriels modernes, che porta la specifica “aperta a tutti gli industriali i cui prodotti siano artistici nel carattere e mostrino chiaramente una tendenza moderna”. Lì vengono lanciate, e grandemente apprezzate, le sue speciali tarsie in panno. A New York, dove Depero e la moglie Rosetta si trasferiscono nel 1928, viene inaugurata la Depero’s Futurist House, una sorta di filiale della casa di Rovereto, grande sogno dell’Artista realizzato a Rovereto nel 1919. Infine, al di là dell’arredo, delle arti applicate e delle celebri tarsie, nella creatività di Depero non può essere dimenticato lo straordinario impegno pubblicitario (storico quello con Campari, per il quale disegnerà la famosa bottiglietta del Bitter), né quello per i progetti di copertine per Vogue, Vanity Fair, o le scenografie per New Babel. Arte totale.

L’allestimento della mostra mantovana –aperta al pubblico fino al 16 febbraio 2023- è strutturato in vasti pannelli che espongono le opere come in una rassegna di quadri. Sono bozzetti fantasiosi, colorati. Creature che ricordano i mostri aztechi. qui tradotti in innocenti ironiche marionette. Giocattoli? Non proprio. Tanto comunicative da essere quasi sempre oggetto di pubblicità (Campari, Stock e Strega ne sanno qualcosa!). Si alternano, su piccoli piedistalli, le tipiche costruzioni più significative di severi o allegri personaggi, il busto diritto impalato, e sempre la rigida bombetta in capo: gli inconfondibili “personaggi Depero”. C’è tutto nel prezioso Catalogo Electa, immagine coordinata Studio Leonardo Sonnoli.

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