Martedì 26 Novembre 2024

Gender in Vaticano. E scatta la censura... Parla lo scrittore Glenn Cooper

Non mi sarei mai aspettato che in America rifiutassero di pubblicare “Un nuovo papa”. Sono rimasto di stucco». Glenn Cooper – scrittore bestseller apprezzato per le sue trame complesse e la serietà del lavoro di documentazione – ha venduto oltre tre milioni di copie dei suoi libri solo nel nostro Paese, ma proprio l’Italia è l’unica nazione ad aver pubblicato il suo ultimo romanzo. “Un nuovo Papa” (Editrice Nord, traduzione di Elisa Banfi) è ambientato ai giorni nostri, in Vaticano. All’indomani di un lungo Concilio, il cardinale inglese Anthony Budd diviene pontefice, scegliendo il nome di Innocenzo XIV. Casto e retto, Budd può essere artefice del cambiamento poiché si è sempre battuto contro gli abusi del clero e non accetta alcun compromesso. Ma ha un grande, intimo dilemma, che riguarda la propria identità sessuale. Da questo nasce un profondo interrogativo etico: deve accettare l’elezione al soglio pontificio? Il 69enne Cooper esce dalla traiettoria dei suoi magistrali thriller storici, firmando il suo libro più delicato, scomodo e particolare. Pochi mesi fa è uscito il thriller “La Quarta Profezia”, con l’amatissimo protagonista Cal Donovan, e alla Gazzetta Cooper rivela che «Cal tornerà presto sulla pagina». Ma afferma: «Oggi la libertà artistica è sotto attacco. Non credevo che la cancel culture fosse così forte sul tema gender». Glenn, sei un autore di bestseller con milioni di vendite. Come hai reagito ai rifiuti degli editori? «Ho pianto a lungo. In realtà la mia carriera di scrittore si è formata su una montagna di rifiuti. Pensi, quando ho presentato il mio primo romanzo, “La biblioteca dei morti” (divenuto un bestseller mondiale, ndr), ben 65 agenti letterari l'hanno rifiutato. Però sono rimasto di stucco quando una dozzina di editori americani ha rifiutato “Un nuovo papa”. A dirla tutta, sembra che l'unico Paese che pubblicherà il libro sia l'Italia». Come mai? «Mi hanno detto che il romanzo era troppo controverso poiché affronto il tema dell'identità di genere e lo declino nella Chiesa. Il problema sta nel fatto che non vivendo il problema, non avendo l’identità gender di cui scrivo, mi hanno accusato di appropriazione culturale». Glenn, l'arte non dovrebbe essere libera, sempre? «Certamente. E il pubblico dovrebbe essere libero di criticare e respingere pacificamente le opere d'arte che considera inadeguate o offensive. Sottolineo pacificamente. E poi un giorno Salman Rushdie viene accoltellato e ci rendiamo conto che esiste un altro tipo di protesta, violenta e folle». In questi giorni, in America, viene ripubblica Ovidio con un avvertimento sulle scene di violenza. E diverse biblioteche e scuole hanno bandito celebri autori di letteratura. Cosa sta succedendo? «È un carnevale di estremismo sfrenato, a sinistra come a destra. La sinistra impone i confini politici e culturali. La destra, quelli morali. Preferisco vivere la mia vita da qualche parte, nel mezzo, fra le persone sane di mente». Parlando di Un Nuovo Papa, come hai immaginato un tema gender così forte? Cosa ti ha spinto a scriverlo? «Trovo il tema dell'identificazione di genere davvero affascinante dal punto di vista medico, sociale, politico e teologico e da diversi anni pensavo di fare un libro sul “gender”. Ci sono molti scrittori di narrativa con un vissuto personale che li rende probabilmente più adatti di me a esplorare le tematiche gender, lo so bene, ma ho voluto applicare questi temi in modo credibile alla Chiesa e al Vaticano». Nel libro citi un documento molto significativo, "Maschio e femmina li creò". Perché è importante? «Questo è il documento vaticano creato dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica, pubblicato nel 2019, che insegna alle scuole cattoliche come dialogare sull'identità di genere. Sebbene la pubblicazione non sia stridente nel tono, è fermamente conservatrice nelle sue conclusioni secondo cui l'erosione delle norme sull'identità di genere – riconoscendo e legittimando la possibilità di fluidità di genere – abbia effetti deleteri sulla vita familiare e comunitaria ed è contraria alla fede cattolica». Perché ci sono così tanti film e romanzi di successo ambientati in Vaticano? «Il Vaticano, nel corso della storia e nel presente, rimane sufficientemente bizantino e privo di trasparenza affinché gli scrittori possano lasciar vagare la loro immaginazione, inventando ogni sorta di cospirazione con un buon grado di plausibilità. È il Diavolo o la semplice tentazione umana che mi porta a inventare le mie storie vaticane?» Dopo “La Quarta Profezia”, tornerà il professor Cal Donovan? «Di sicuro! Un nuovo libro della serie uscirà in Italia la prossima estate. Non dirò molto a riguardo, ma è anche piuttosto controverso. Forse sono diventato dipendente dalle polemiche. E attualmente sto scrivendo il settimo Cal Donovan…».

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